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Garlasco, le tracce di Dna sui resti della colazione: i risultati delle analisi

Pubblicato: 26/06/2025 09:43

Arrivano i primi risultati dell’incidente probatorio sull’omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia in via Pascoli a Garlasco. A distanza di quasi 18 anni, gli accertamenti voluti dal gip di Pavia Daniela Garlaschelli, con l’incarico alla genetista Denise Albani e al dattiloscopista Domenico Marchegiani, non sembrano offrire nuovi elementi utili alla cosiddetta “inchiesta alternativa”. Sul contenuto del sacchetto dell’immondizia sequestrato all’epoca, è emerso quasi esclusivamente Dna della vittima, con una sola eccezione.

I tamponi biologici effettuati giovedì 19 giugno negli uffici della Scientifica di Milano hanno restituito materiale genetico in quantità sufficiente per una prima analisi. I reperti interessati sono un piattino di plastica, un piccolo sacchetto azzurro, le linguette di due confezioni di Fruttolo e un sacchetto di cereali. In tutti i casi, le tracce sono state attribuite a Chiara Poggi, con un profilo quasi completo rilevato sul piattino. Sotto esame anche un capello o pelo lungo tre centimetri trovato sul sacchetto dei cereali, che resta da classificare come umano o animale.

L’unica traccia non riconducibile alla vittima è stata identificata sulla cannuccia di plastica di un brick di Estathé: si tratta del profilo genetico di Alberto Stasi, ex fidanzato della giovane e condannato in via definitiva a 16 anni. Una presenza che lo stesso Stasi non ha mai negato, dato che aveva cenato con Chiara la sera precedente al delitto. Diverso il caso del Fruttolo, alimento da lui mai consumato, secondo le sue stesse dichiarazioni.

Sul bicchierino del tè freddo è stata anche rilevata una possibile impronta digitale, grazie all’uso della lampada forense prima del prelievo. La procura di Pavia, che coordina le nuove indagini condotte dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, starebbe valutando l’ipotesi di ulteriori approfondimenti dattiloscopici su quel campione.

Intanto, proseguono gli esami sul materiale genetico conservato nei fogli di acetato contenenti impronte digitali repertate durante i primi sopralluoghi nella villetta dei Poggi. Ancora da analizzare, quei campioni potrebbero rivelare dettagli finora sfuggiti. Finora, 34 di questi fogli sono risultati negativi ai test per la presenza di sangue, ma resta l’attenzione sulla cosiddetta “traccia 10”, individuata sulla parte interna della porta d’ingresso, definita “sporca” e attribuita a un soggetto ignoto.

La difesa di Stasi ha chiesto che proprio sulla “traccia 10” venga ripetuto il test per la presenza di sangue, dopo la conclusione degli esami genetici. Una richiesta volta ad escludere o rafforzare possibili piste alternative alla responsabilità dell’ex bocconiano. Nel frattempo, gli esperti della procura hanno acquisito due nuove impronte digitali, emerse durante la riesamina dei rilievi del 2007.

La prima è un’impronta ritrovata sullo stipite della porta che conduce alla cantina, scoperta nel corso di un sopralluogo del 12 settembre 2007. I consulenti Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli la definiscono “comparabile”, pur precisando che non appartiene né a Stasi né ad Andrea Sempio, altro indagato in passato. La seconda impronta è stata individuata sulla cornetta del telefono fisso, macchiata di sangue, utilizzata probabilmente durante l’aggressione a Chiara. Anche questa traccia, rimasta fuori dalle precedenti relazioni tecniche del Ris, potrebbe ora diventare oggetto di nuovi accertamenti.

Resta dunque il nodo irrisolto di possibili soggetti terzi sulla scena del delitto, ma i risultati preliminari sembrano confermare la presenza dominante di Chiara Poggi e Alberto Stasi tra i reperti esaminati. Per ora, nessuna vera svolta.

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Ultimo Aggiornamento: 26/06/2025 11:24

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