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“Ho bisogno di soldi”. Bertinotti, cos’è costretto a fare

Pubblicato: 26/06/2025 18:22
bertinotti

Fausto Bertinotti, l’ex segretario di Rifondazione Comunista e figura iconica della sinistra italiana, si appresta a compiere un passo sorprendente che unisce il mondo dell’arte a quello delle necessità personali.

Questo evento non rappresenta solo un’opportunità economica per Bertinotti e sua moglie Lella, ma anche il punto finale di una complessa vicenda ereditaria che ha animato le cronache negli ultimi anni.

Bertinotti mette all’asta i suoi pezzi pregiati

Fausto Bertinotti ha deciso di mettere all’asta due serigrafie di Andy Warhol. Questi preziosi beni, ricevuti in eredità dal banchiere Mario D’Urso, non rappresentano solo un’opportunità economica per Bertinotti e sua moglie Lella, ma anche il punto finale di una complessa vicenda ereditaria che ha animato le cronache negli ultimi anni. L’evento, fissato per il 2 luglio presso la casa d’aste Finarte a Milano, non mancherà di generare discussioni e curiosità, gettando nuova luce sulla vita privata e sulle scelte economiche di un uomo che ha sempre vissuto sotto i riflettori.

Il legame tra Bertinotti e le opere di Warhol affonda le radici nell’amicizia con Mario D’Urso, un nome di spicco nel panorama finanziario italiano e internazionale. Membro del consiglio d’amministrazione di Lehman Brothers e sottosegretario del governo Dini, D’Urso era noto per le sue vaste conoscenze e la sua generosità. Dopo la sua morte a Roma nel 2015, tuttavia, il testamento del banchiere, che ripartiva un patrimonio stimato in circa 24 milioni di euro tra amici, tra cui lo stesso Bertinotti, fu oggetto di un acceso contenzioso. La scoperta di una figlia segreta di D’Urso, Nikky Kay Carlson, portò all’annullamento del testamento da parte di un tribunale. Fu proprio Fausto Bertinotti a presentare ricorso alla Corte d’Appello di Roma, una mossa che ha evidentemente sortito gli effetti desiderati. “La questione è risolta, altrimenti non saremmo all’asta“, ha dichiarato Bertinotti al quotidiano “Repubblica”, confermando che il percorso legale si è concluso a suo favore, consentendo ora la vendita dei beni.

Il valore delle opere e le motivazioni della vendita

Le due serigrafie di Warhol, risalenti al 1972, saranno proposte con un prezzo base di 20-30mila euro ciascuna. Tuttavia, gli esperti del settore prevedono che il loro valore potrebbe facilmente lievitare, raggiungendo cifre attorno ai 150mila euro. Una stima ben lontana dai “milioni e milioni” favoleggiati dai detrattori di Bertinotti, come lui stesso sottolinea con un pizzico di amarezza. La decisione di vendere queste opere, per Bertinotti, è motivata da una schietta necessità economica. “Ho bisogno di soldi. Vendo questi e mi tengo quelli che m’interessano“, ha affermato con la sua consueta schiettezza. Questa dichiarazione, seppur lapidaria, offre uno spaccato interessante sulla sua situazione finanziaria e, indirettamente, ammette la presenza di altri pezzi pregiati nella sua collezione d’arte, conservata nella casa romana che condivide con la moglie Gabriella Fagno, conosciuta come Lella.

Le critiche e le ironie sul “comunista ricco” non sono certo una novità per Bertinotti, che ha sempre dovuto confrontarsi con le contraddizioni percepite tra il suo credo politico e un tenore di vita agiato. “Si è troppo ironizzato a riguardo“, ha replicato, sottolineando come le speculazioni sul valore delle serigrafie fossero infondate. La vendita di queste opere, in un certo senso, si configura anche come una “piccola vendetta” contro i pettegoli e gli invidiosi che “ci hanno ricamato sopra“, invitandoli persino a scusarsi per le “cattiverie” dette.

Oltre Warhol: una collezione d’arte più ampia

L’asta del 2 luglio non si limiterà alle opere di Andy Warhol. I Bertinotti metteranno all’incanto anche altri pezzi significativi della loro collezione, rivelando un gusto eclettico e un legame profondo con l’arte italiana. Due quadri di Piero Dorazio, stimati 3-4mila euro con una base d’asta di mille euro, saranno tra i lotti più interessanti. Questi dipinti non sono semplici opere d’arte, ma custodiscono dediche personali che ne aumentano il valore affettivo e narrativo. Su uno, in basso a sinistra, si legge: “Auguri per Lella Bertinotti, 25.6“, e sul retro: “Auguri per Lella Bertinotti, leggiadra colonna del suo compagno, custode e promotore delle nostre speranze!“. Il secondo quadro recita: “Per Lella e Fausto Bertinotti, Ricordo di Todi con auguri per il loro 32mo anniversario di armonia e felicità. 4.9.97 Piero Dorazio“. Queste dediche offrono uno sguardo intimo sul rapporto tra Lella e Fausto, e sulla loro passione condivisa per l’arte.

La collezione Bertinotti all’asta includerà anche una scultura in ceramica di Giosetta Fioroni, il cui valore stimato si aggira tra i 3 e i 4mila euro, e un quadro di Titina Maselli, sorella del regista Citto Maselli, con un valore stimato tra i 4 e i 6mila euro. Questi pezzi, seppur meno altisonanti dei Warhol, testimoniano una collezione curata e attenta alle diverse espressioni artistiche del Novecento italiano, rivelando un aspetto meno noto della vita di Fausto Bertinotti, lontano dai palazzi della politica e più vicino al mondo dell’estetica e della cultura.

L’asta di Finarte si preannuncia quindi come un evento non solo di rilevanza artistica, ma anche mediatica, capace di riaccendere i riflettori su una figura che, nonostante il ritiro dalla scena politica attiva, continua a far parlare di sé, questa volta attraverso il linguaggio universale dell’arte e le inattese esigenze della vita quotidiana.

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