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Khamenei canta vittoria in tv: “Regime sionista quasi crollato, schiaffo agli Usa”

Pubblicato: 26/06/2025 13:42
Khamenei vittoria schiaffo Usa

Dopo dodici giorni di guerra tra Israele e Iran, la guida suprema della Repubblica Islamica, Ali Khamenei, ha interrotto il silenzio mediatico in cui si era rifugiato. Considerato l’obiettivo numero uno della recente campagna di bombardamenti israeliani, Khamenei non era mai apparso in pubblico durante il conflitto. Oggi, invece, si è congratulato pubblicamente con la nazione per quella che ha definito “la vittoria sul regime sionista”.
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Il messaggio è stato diffuso attraverso un post sul social X e poi rilanciato in un discorso televisivo, trasmesso dalle principali reti statali iraniane. “Nonostante tutto il clamore e tutte le affermazioni, il regime sionista è quasi crollato ed è stato schiacciato sotto i colpi della Repubblica Islamica”, ha dichiarato con tono trionfante. Le sue parole puntano a rafforzare una narrativa interna basata sulla resistenza e sull’orgoglio nazionale.

Duro attacco agli Stati Uniti

Durante l’intervento, Ali Khamenei ha riservato toni altrettanto duri agli Stati Uniti, accusati di essere complici dell’aggressione israeliana. “Gli Stati Uniti hanno ricevuto un sonoro schiaffo”, ha affermato, usando un linguaggio che ricalca il vocabolario retorico impiegato frequentemente dal vertice iraniano nei confronti dell’Occidente.

Il leader religioso e politico iraniano ha voluto rafforzare così l’immagine di uno Stato in grado di respingere l’attacco di due potenze storicamente ostili: Israele e gli USA. L’uso della televisione di Stato per questo tipo di comunicazione ufficiale è una scelta strategica, tesa a consolidare il messaggio della leadership in un momento particolarmente delicato per la regione.

Sospesa la cooperazione nucleare con l’Aiea

Nel frattempo, sul piano istituzionale, l’Iran ha compiuto un passo significativo che rischia di avere ripercussioni internazionali: la sospensione della cooperazione con l’Aiea, l’Agenzia atomica dell’Onu. La decisione è stata ratificata dal Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione, massimo organo esecutivo del Paese, e arriva a meno di 24 ore dall’approvazione della stessa legge da parte del Parlamento di Teheran.

Alla base del provvedimento ci sarebbero gli attacchi israeliani e le tensioni con il direttore dell’Aiea, Rafael Grossi, accusato da Teheran di avere un atteggiamento ostile. Grossi, di nazionalità argentina, è stato recentemente preso di mira dalla stampa iraniana filo-governativa, che lo ha indicato come corresponsabile delle pressioni internazionali sull’Iran in merito al proprio programma nucleare.

La notizia è stata rilanciata da Iran International, una testata con base all’estero vicina all’opposizione iraniana, che cita fonti ufficiali di Teheran. Un portavoce del Consiglio dei Guardiani ha confermato che la legge entrerà in vigore con effetto immediato, aumentando la distanza tra la Repubblica Islamica e la comunità internazionale sul delicato fronte del nucleare.

Escalation diplomatica e tensione regionale

Con il discorso di Ali Khamenei e la mossa del Consiglio dei Guardiani, l’Iran chiude la fase militare del conflitto con Israele ma apre un nuovo fronte diplomatico. La sospensione della cooperazione con l’Aiea rischia di riaccendere le preoccupazioni internazionali sullo sviluppo del programma nucleare iraniano, proprio in un momento in cui la regione mediorientale è già provata da anni di instabilità.

Il messaggio rivolto agli Stati Uniti e a Israele non è solo retorico: rappresenta un chiaro segnale di volontà politica. L’Iran, sotto la guida di Khamenei, intende mantenere una posizione di fermezza, anche a costo di isolarsi ulteriormente. Sullo sfondo resta la questione della sicurezza e della pace nell’intera area, con la guerra dei 12 giorni che potrebbe non essere che il preludio a tensioni ancora più gravi.

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