Vai al contenuto

“Leva militare obbligatoria”, la decisione shock per la sicurezza dei prossimi anni

Pubblicato: 26/06/2025 15:45
leva militare obbligatoria

C’era un tempo in cui la chiamata alle armi era un rito di passaggio quasi universale, un dovere civico impresso nel tessuto sociale di molte nazioni. Un periodo in cui intere generazioni di giovani uomini hanno risposto al richiamo della bandiera, contribuendo alla difesa della nazione in un’epoca segnata dalla Guerra Fredda e dalla divisione del continente. Quella fase si è conclusa oltre un decennio fa, e il mondo è cambiato, ma oggi, il fruscio delle foglie secche della storia sembra riportare alla ribalta un’eco lontana, quella della necessità di un esercito forte e preparato.

Oggi, il dibattito sulla coscrizione non è più un mero esercizio accademico o un ricordo nostalgico. L’ombra incombente di una “minaccia russa” ridefinisce le priorità strategiche e le agende politiche in tutta Europa. Dopo anni di disinvestimento nelle forze armate, la realtà geopolitica impone un ripensamento profondo. Non si tratta solo di aumentare la spesa militare, ma di rimettere in piedi un esercito che possa contare su un numero adeguato di soldati e riservisti, capace di affrontare le sfide di un mondo sempre più instabile.

La Germania verso la leva militare obbligatoria

La coalizione di governo tedesca, formata da CDU, CSU e SPD, sta seriamente perseguendo ambiziosi obiettivi di riarmo. Dopo aver già approvato un imponente piano da 500 miliardi di euro lo scorso marzo, la spesa militare è destinata a subire un’ulteriore e significativa impennata. Le indiscrezioni del Financial Times suggeriscono che potrebbe raggiungere la cifra record di 162 miliardi di euro nei prossimi anni, in linea con le pressanti richieste della NATO. Parte integrante di questa crescita sarà la necessità di incrementare drasticamente il numero di soldati in servizio.

Il progetto del governo tedesco si concentra sulla creazione di un “nuovo servizio militare attraente” basato sulla “partecipazione volontaria”. Tuttavia, il Ministro della Difesa, Boris Pistorius, mira a inserire nella nuova legge la possibilità di una coscrizione obbligatoria. Questa eventualità si concretizzerebbe nel caso in cui l’adesione volontaria risultasse insufficiente, portando il numero di posti disponibili nelle caserme a superare quello dei volontari. Come ribadito più volte da Pistorius, l’esercito tedesco necessita di almeno 60.000 reclute aggiuntive e le forze armate devono poter contare su un contingente di 200.000 riservisti. “Il nostro compito politico è garantire che in futuro potremo continuare a vivere in sicurezza in Germania, e per farlo dobbiamo colmare le carenze degli ultimi due decenni”, ha commentato alla stampa il vice cancelliere tedesco Lars Klingbeil, sottolineando l’urgenza della situazione.

Nonostante l’incremento dell’interesse, i numeri attuali non sono sufficienti. Secondo i dati diffusi dalla Osnabrück Zeitung, nel 2024 le Bundeswehr (le forze armate tedesche) hanno registrato un aumento del 19% nelle domande di arruolamento rispetto all’anno precedente (circa 51.200 contro 43.200). Anche le adesioni femminili sono aumentate, con circa 8.200 nel 2024, un incremento del 14%. Nonostante questi segnali positivi, il numero effettivo di soldati non è cresciuto. Ciò è dovuto sia alla non idoneità di molti candidati, sia all’abbandono del percorso da parte di circa 20.000 reclute. In totale, il principale gruppo televisivo tedesco ARD ha riassunto che nel 2024 le forze armate tedesche sono diminuite di circa 350 unità. Se la coscrizione obbligatoria dovesse essere riattivata in Germania, riguarderebbe esclusivamente gli uomini, come previsto dalla Costituzione tedesca.

leva militare salvini

Il panorama europeo: tra ritorno alla leva e nuovi modelli

Il dibattito sulla leva obbligatoria in Europa presenta traiettorie difformi, riflettendo le diverse sensibilità geopolitiche e le necessità di difesa dei singoli stati.

  • Finlandia: Di recente adesione alla NATO e con un confine di oltre 1.300 chilometri con la Russia, la Finlandia non ha mai rinunciato al servizio militare. È obbligatorio per tutti i ragazzi e prevede ampie riserve, con cittadini richiamabili fino a 60 anni. Questo approccio è una chiara dimostrazione di una cultura della difesa profondamente radicata.
  • Svezia: Anche la Svezia, altro neo-membro dell’Alleanza Atlantica, ha reintrodotto la leva nel 2017, destinata ai giovani ritenuti idonei. Un segnale evidente della crescente preoccupazione per la sicurezza regionale.
  • Norvegia: Adotta una coscrizione selettiva estesa anche alle donne, dimostrando un approccio più inclusivo nella costruzione delle sue forze armate.
  • Paesi Baltici (Lituania, Lettonia ed Estonia): A causa della loro vicinanza geografica con la Russia e delle passate esperienze storiche, mantengono l’obbligo pieno della leva militare.
  • Grecia e Cipro: Continuano con la leva obbligatoria, una scelta dettata dalle storiche tensioni con la Turchia che alimentano la necessità di un contingente militare sempre pronto.
  • Polonia: Tra i paesi europei con la spesa militare più alta, non ha formalmente reintrodotto la coscrizione, ma mantiene attiva una rotazione di oltre 250.000 riservisti, evidenziando una forte attenzione alla prontezza operativa.
  • Repubblica Ceca e Ungheria: Questi paesi puntano su formule volontarie, riflettendo scelte diverse in termini di politica di difesa.
  • Francia: Il “servizio nazionale universale” promosso da Macron ha un valore più simbolico e civile e non sostituisce una vera leva militare.
  • Spagna: Non prevede alcun ritorno alla coscrizione obbligatoria.

La posizione dell’Italia

Nel contesto italiano, il tema della leva obbligatoria è attenzionato principalmente dalla Lega, che nel corso degli anni ha avanzato diverse proposte parlamentari sulla “naia”. Tuttavia, finora nessuna di queste ha avuto effetti concreti. Un recente sondaggio commissionato dal Ministero della Difesa all’Istituto Piepoli ha rivelato un quadro interessante: oltre la metà dei diciottenni italiani non sarebbe disposta ad arruolarsi nelle forze armate in caso di emergenza, mentre il 44% si dichiarerebbe favorevole. Questi dati evidenziano una divisione all’interno della popolazione giovanile italiana riguardo al concetto di servizio militare, in un momento in cui le dinamiche geopolitiche europee richiedono una maggiore riflessione sul ruolo e la composizione delle forze armate nazionali.

Sarà interessante osservare come evolverà il dibattito in Germania e negli altri Paesi europei. Credi che la Germania riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi di reclutamento senza reintrodurre la coscrizione obbligatoria?

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure