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La busta di plastica, le mani legate: Matteo è morto così, la terribile scena scoperta da due corridori

Pubblicato: 26/06/2025 07:11

I carabinieri di Chiari lo hanno trovato nel bosco di Cologne, ai piedi del Monte Orfano, sdraiato a terra con una busta di plastica e le mani legate. Pochi dubbi sull’accaduto: morte per soffocamento. Come il piccolo Michael. Matteo Formenti era il bagnino del Tintarella di Luna a Castrezzato in provincia di Brescia. Ovvero il parco acquatico della Franciacorta dove venerdì 20 giugno un bambino, Michael, è finito in acqua senza ciambella e braccioli, perdendo la vita. Formenti era indagato per omicidio colposo. Era scomparso da lunedì.

Il contesto dell’incidente

A trovare il suo cadavere sono stati due corridori: Matteo aveva la testa infilata in un sacchetto e le mani legate con un lucchetto da bicicletta. «A volte il suicida che sceglie questo tipo di morte viene colto da un istinto di sopravvivenza che lo porta a strappare la busta di plastica. Ecco perché si ricorre alle mani legate», ha spiegato un investigatore a Repubblica. «Vado al lavoro», aveva detto alla madre lunedì. Era il giorno dell’avviso di garanzia. Michael è morto all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Formenti lavorava tra Castrezzato ed Erbusco, nel relais stellato L’Albereta di Gualtiero Marchesi. Il padre di Michael è italiano, la madre marocchina.

La scomparsa e il ritrovamento del corpo

Valentina Di Mattei, presidente dell’Ordine degli psicologi della Lombardia, ha spiegato sempre a Repubblica che «quando accade una tragedia che coinvolge la morte di un bambino e la successiva morte di un adulto legato a quell’evento, entriamo nel territorio del trauma psichico profondo». Secondo la dottoressa il trauma «è una frattura improvvisa dell’equilibrio, una perdita di senso che può sopraffare completamente la persona». Nel caso di Formenti, spiega, «si può però ipotizzare che abbia vissuto un carico emotivo enorme: la tragedia vissuta sul luogo di lavoro, l’identificazione da parte delle autorità, la possibilità di un’indagine in corso. Tutto questo può aver alimentato un vissuto di colpa, di vergogna, di paura, e un profondo senso di solitudine. In alcuni casi, quando queste emozioni diventano insostenibili e mancano risorse o reti di supporto, la mente può chiudersi in una spirale senza uscita».

Le reazioni della comunità e la riflessione del sindaco

Il sindaco Zotti ha dichiarato che la comunità di Chiari è stata profondamente scossa dalla morte di Formenti, sottolineando che questo è stato il terzo suicidio nella settimana, ognuno con la propria storia e motivazioni. In un post sui social, Zotti ha invitato la cittadinanza a riflettere prima di giudicare o sentenziare, facendo appello a un momento di preghiera e riflessione. La vicenda ha colpito non solo la comunità locale ma ha anche suscitato un ampio dibattito sulla salute mentale e il peso che eventi tragici come questo possono avere sulle persone coinvolte.

Formenti era un bagnino ben noto nella zona, e la sua morte ha lasciato tutti, dalla famiglia agli amici, sconvolti e pieni di domande.






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