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“Ora basta, intervenga la Procura”. I genitori di Chiara Poggi inferociti: cosa sta succedendo

Pubblicato: 26/06/2025 09:56

Nuove tensioni nella vicenda giudiziaria sul delitto di Garlasco, a diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi. I legali della famiglia della giovane uccisa il 13 agosto 2007 respingono con forza alcune ricostruzioni emerse in queste ore su testate giornalistiche, secondo cui il fratello della vittima, Marco Poggi, non si trovasse in Trentino nei giorni in cui avvenne il delitto.

Secondo quanto affermato in una nota congiunta dagli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, che rappresentano i genitori Giuseppe Poggi e Rita Preda, oltre allo stesso Marco, si tratterebbe di “fantasie” e di “volontà di vendere falsi scoop sulla pelle delle persone coinvolte”. I legali hanno inoltre espresso disappunto per il silenzio della Procura di Pavia, che a loro avviso non avrebbe preso posizione su ricostruzioni da loro ritenute infondate.

L’affermazione in questione arriva da un’intervista pubblicata dal settimanale Giallo, in cui il titolare di un hotel di Falzes, località della Val Pusteria dove la famiglia Poggi era in vacanza nell’agosto 2007, sostiene che Marco Poggi non alloggiava nella struttura nei giorni del delitto. Il racconto contrasta con quanto emerso durante le prime indagini, secondo cui Marco si trovava effettivamente in Trentino con i genitori.

Il contesto è quello della nuova inchiesta aperta dalla Procura di Pavia, che vede indagato Andrea Sempio, ex amico di Marco Poggi, con l’accusa di concorso in omicidio. Sempio, all’epoca diciannovenne, frequentava spesso la villetta di via Pascoli e, secondo chi indaga, potrebbe aver avuto un ruolo nell’omicidio della giovane Chiara. La nuova pista è sostenuta da alcune segnalazioni e da elementi oggetto di incidente probatorio.

Proprio l’incidente probatorio ha fornito negli ultimi giorni nuovi riscontri tecnici. In particolare, le analisi genetiche su alcuni reperti rinvenuti sulla scena del crimine — tra cui un sacchetto dell’immondizia e due confezioni di yogurt Fruttolo — avrebbero rilevato esclusivamente il DNA di Chiara Poggi e di Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della vittima e condannato in via definitiva a 16 anni di carcere.

Secondo quanto anticipato dal Corriere della Sera, questo esito rafforzerebbe l’impianto della prima verità giudiziaria e ridurrebbe il peso probatorio di una “pista alternativa” come quella che chiama in causa Andrea Sempio. Tuttavia, l’indagine resta aperta e altri esami sono ancora in corso, inclusi approfondimenti su impronte digitali e tracce di materiale biologico.

Nel frattempo, i legali della famiglia Poggi denunciano un’esposizione mediatica eccessiva e pericolosa, e ribadiscono che Marco Poggi è stato estraneo ai fatti. “Dispiace constatare che si continui a speculare sulla tragedia di una famiglia per alimentare ipotesi che non hanno alcun riscontro documentale”, scrivono nella loro dichiarazione.

Resta ora da capire se, alla luce dei nuovi accertamenti, la Procura di Pavia riterrà di confermare o modificare l’orientamento investigativo. Le prossime settimane saranno cruciali per stabilire se la seconda inchiesta riuscirà a portare elementi nuovi rilevanti oppure se confermerà, con ulteriori riscontri scientifici, il quadro probatorio che ha condotto alla condanna definitiva di Alberto Stasi.

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