
In un’uscita destinata a far discutere, Vladimir Putin ha elogiato pubblicamente Donald Trump, definendolo “un uomo coraggioso” e sinceramente impegnato per la pace. “Si sta davvero adoperando per risolvere il conflitto in Ucraina”, ha dichiarato il presidente russo durante una conferenza stampa, aggiungendo di essere pronto a incontrare il tycoon americano: “Saremmo lieti di organizzare un faccia a faccia con lui, sono sempre disposto a vederlo”.
Non è la prima volta che il Cremlino apre alla possibilità di un dialogo diretto con Trump, ma le parole di oggi assumono un peso politico particolare, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali statunitensi e in piena escalation sul fronte della guerra in Ucraina. Putin sembra voler scommettere sul ritorno dell’ex presidente repubblicano alla Casa Bianca, rafforzando al contempo la sua immagine di leader disposto a trattare.
Il capo del Cremlino ha confermato anche la disponibilità della Russia a riprendere i negoziati con Kiev, con un nuovo round a Istanbul. “Abbiamo già concordato che, una volta completata l’attuale fase, terremo un terzo round. In generale, siamo pronti”, ha detto, lasciando intendere che i contatti tra le delegazioni russa e ucraina non si siano mai del tutto interrotti. “I negoziatori si sentono al telefono di continuo”, ha aggiunto.

Tuttavia, Putin ha chiarito che le due parti restano ancora molto lontane. “Le proposte presentate dalla Russia e quelle dell’Ucraina sono diametralmente opposte”, ha dichiarato, smorzando gli entusiasmi su un accordo immediato. Secondo il leader russo, Mosca è disposta a fare la sua parte, ma Kiev – con l’appoggio occidentale – starebbe ponendo condizioni inaccettabili.
Nel corso della conferenza stampa, il presidente russo non ha risparmiato critiche alla Nato. L’ipotesi avanzata da alcuni membri dell’Alleanza Atlantica di aumentare al 5% del Pil la spesa militare sarebbe, secondo Putin, una “dimostrazione dell’aggressività crescente dell’Occidente”. E ha subito rilanciato con un dato significativo: “La nostra spesa per la difesa è al 6,3% del Pil. È molto, lo sappiamo”.
Putin ha accusato i Paesi occidentali di giustificare la corsa agli armamenti alimentando la paura di una presunta aggressione russa. “La frenesia militarista si basa su una tesi falsa: l’aggressività della Russia. In realtà, è il contrario”, ha insistito. “La loro retorica è un pretesto per aumentare la produzione e l’acquisto di armi”.
Il leader russo ha concluso con toni provocatori: “Se vogliono armarsi, si armino pure. Noi siamo pronti”. Una frase che sintetizza il messaggio del Cremlino: disponibilità al dialogo, ma da una posizione di forza. E magari, con Trump al tavolo, un futuro negoziato che parli più la lingua di Mosca che quella della Nato.