
Due fratellini di 9 e 6 anni sono stati trovati in un cascinale isolato sulle colline di Lauriano, nel Torinese, dove vivevano in condizioni precarie, senza documenti, senza identità, completamente sconosciuti allo Stato italiano. A far emergere il caso è stato un provvedimento di sgombero legato all’alluvione che il mese scorso ha colpito la zona. Quando i carabinieri si sono presentati per notificare l’ordine, si sono trovati di fronte a una realtà inquietante: due bambini invisibili, mai registrati all’anagrafe, incapaci di leggere, scrivere o anche solo di parlare fluentemente.
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L’intervento dei carabinieri e la scoperta dei due minori
Il caso è emerso in modo del tutto casuale. In seguito ai danni provocati dall’alluvione di maggio, la sindaca di Lauriano, Mara Baccolla, ha firmato un provvedimento di sgombero per un edificio ritenuto pericolante. I carabinieri, incaricati di eseguire l’ordinanza, si sono recati presso il cascinale isolato e, una volta entrati, hanno trovato due bambini, un maschietto di 9 anni e una femminuccia di 6, entrambi in condizioni che hanno lasciato i militari attoniti.
I piccoli erano quasi completamente muti, indossavano ancora il pannolino, non sapevano leggere né scrivere e sembravano non aver mai avuto contatti col mondo esterno. La situazione è parsa fin da subito drammatica. Con loro erano presenti i genitori, due cittadini olandesi, il padre di 54 anni, scultore specializzato nella lavorazione dei metalli, e la madre di 38 anni.

Un’infanzia fuori dal mondo: senza anagrafe e senza relazioni
Secondo quanto emerso, l’uomo risulta residente in Italia da almeno tre anni, proprio nel comune di Lauriano. La madre lo avrebbe raggiunto in seguito. Ma i figli, per le istituzioni italiane, non sono mai esistiti. Non risultano registrati all’anagrafe, non sono mai stati sottoposti a visite mediche, né iscritti a scuole o servizi educativi.
Il padre ha dichiarato che i bambini sarebbero arrivati in Italia da appena due settimane, che ricevevano istruzione parentale e che vivevano serenamente, circondati da giochi. Una narrazione che ha subito mostrato profonde incongruenze con quanto osservato dai carabinieri. I due minori, infatti, non erano in grado di comunicare normalmente, non conoscevano né l’italiano né correttamente la loro lingua madre e apparivano in evidente ritardo evolutivo e sociale.
Condizioni igieniche precarie e totale isolamento
Nel cascinale le condizioni erano tutt’altro che adatte all’infanzia. Gli ambienti si presentavano sporchi, privi dei requisiti minimi per garantire una vita dignitosa, e privi di collegamenti stabili con l’esterno. Nonostante l’età, entrambi i bambini indossavano pannolini e mostravano segni evidenti di mancanza di stimoli sociali ed educativi.
La famiglia viveva in un isolamento estremo, autoimposto, lontano da ogni servizio e da qualsiasi forma di controllo. I piccoli non avevano mai avuto contatti con altri bambini, con adulti al di fuori della famiglia o con operatori scolastici o sanitari. Una situazione che ha portato le autorità a muoversi rapidamente.

Il tribunale dei minori dispone l’allontanamento
Il caso è stato segnalato al Tribunale per i Minorenni di Torino, che ha agito con urgenza. Dopo aver valutato la situazione, il tribunale ha dichiarato l’incapacità dei genitori di occuparsi dei figli, disponendo l’immediato collocamento dei due minori in comunità, sotto la tutela del Consorzio dei Servizi Sociali (Ciss).
I bambini si trovano ora in un luogo protetto, seguiti da specialisti e operatori che lavorano per garantire loro un ambiente adeguato, un percorso educativo e sanitario, e – in prospettiva – l’inserimento in una famiglia affidataria che possa prendersi cura di loro.
Una vicenda che solleva interrogativi profondi
Il caso di Lauriano pone una serie di interrogativi sulle possibilità che, ancora oggi, due minori possano crescere nel totale anonimato all’interno del territorio italiano, senza alcuna forma di controllo o monitoraggio. La scoperta, avvenuta solo grazie a un evento casuale come l’alluvione, ha fatto emergere una realtà sommersa e inquietante: esistono ancora “bambini invisibili”, lontani da scuola, sanità, cittadinanza e diritti.
L’intervento della magistratura minorile e dei servizi sociali rappresenta ora un primo passo verso un possibile riscatto per i due fratellini. Ma la vicenda resta emblematica di quanto possa accadere anche in una società che si crede protetta e garantista, quando il controllo istituzionale si interrompe.