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Garlasco, lo sfogo della mamma di Chiara Poggi: “Fango su di noi”

Pubblicato: 27/06/2025 13:11
Garlasco mamma Poggi Trentino

“È un momento molto difficile, ci amareggia sentire che si butta fango sulla nostra famiglia, su Chiara, su nostro figlio e su di noi.” Con queste parole, cariche di dolore e fermezza, la signora Rita Poggi è intervenuta pubblicamente nel corso della trasmissione televisiva Ore14 in onda su Rai2, per rispondere alle ultime insinuazioni riemerse in merito al delitto di Garlasco, avvenuto nell’agosto del 2007. Un intervento sentito e diretto, a difesa della memoria della figlia Chiara Poggi, della loro famiglia e della verità processuale che ha portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi.
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L’ultima teoria rilanciata da un settimanale

Al centro della nuova ondata mediatica vi è un articolo pubblicato da un settimanale, che mette in discussione un elemento ritenuto finora assodato: la presenza di Marco Poggi, fratello minore di Chiara, in vacanza in Trentino con i genitori nei giorni in cui si consumò il delitto. L’articolo suggerisce che Marco non si trovasse con la famiglia al momento dell’omicidio, sollevando così ulteriori dubbi e insinuazioni che i legali della famiglia non hanno esitato a definire come “l’ennesimo falso scoop”.

Rita Poggi ha voluto rispondere personalmente, in diretta televisiva, smentendo con fermezza le accuse: “Nostro figlio era in vacanza con noi. In questo articolo sono dette tante falsità. Vedremo, non voglio dire altro per il momento.” Ha inoltre dichiarato che nessuno della redazione autrice del pezzo ha contattato la famiglia prima della pubblicazione: “Abbiamo trovato l’articolo sul giornale e basta.”

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Una serie di falsità che feriscono

La signora Poggi ha elencato alcune delle notizie infondate circolate negli ultimi tempi e che la famiglia ha vissuto con grande amarezza. “Tante cose ci hanno dato fastidio: la storia del piccione, ma poi si è parlato di un amante di Chiara e lì abbiamo deciso di porre un limite.” Si tratta di dettagli che vanno ben oltre la cronaca e si inseriscono in un filone speculativo che, secondo la famiglia, manca totalmente di rispetto verso il dolore di chi ha già affrontato anni di processi, inchieste e giudizi.

Il sospetto di una strategia comunicativa

Durante la trasmissione, il conduttore Milo Infante ha chiesto se dietro queste ripetute “rivelazioni” vi sia una sorta di regia, un disegno organizzato con lo scopo di tenere accesa l’attenzione mediatica sul caso e insinuare dubbi. La risposta della madre di Chiara è stata prudente ma significativa: “Non so se c’è una regia dietro tutto questo, probabilmente qualcosa c’è ma non spetta a noi dirlo.” Un’affermazione che lascia intendere come la famiglia non escluda che dietro la continua pubblicazione di piste alternative possano esserci interessi specifici, ma che preferisca affidare eventuali valutazioni del genere ad altri.

La posizione degli avvocati: “Senza scrupoli”

Prima ancora dell’intervento della signora Poggi, erano stati i legali della famiglia, gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, a prendere pubblicamente posizione con un comunicato dai toni duri: “Non c’è limite alla fantasia, né alla volontà di vendere falsi scoop sulla pelle delle persone coinvolte.” Un attacco diretto ai media che continuano a proporre nuove versioni e ricostruzioni dei fatti, senza apparentemente tenere conto delle sentenze definitive.

Gli avvocati hanno anche criticato l’inerzia della magistratura: “Dispiace che la Procura di Pavia non abbia sinora sentito il bisogno di intervenire nemmeno di fronte alle innumerevoli falsità che leggiamo ogni giorno, su iniziativa di soggetti privi di qualsiasi scrupolo.” Una presa di posizione netta, che richiama l’attenzione sul ruolo delle istituzioni nella tutela della verità giudiziaria e della dignità delle persone coinvolte.

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La difesa della verità e della memoria di Chiara

Per la famiglia Poggi, ogni nuovo attacco mediatico rappresenta un colpo non solo alla loro privacy, ma anche alla memoria di Chiara Poggi, la cui morte violenta ha segnato profondamente l’opinione pubblica italiana. Dopo anni di indagini, processi, appelli e Cassazioni, la giustizia ha stabilito la responsabilità penale di Alberto Stasi, ma ciò non è bastato a placare la curiosità morbosa e la continua ricerca di verità alternative da parte di una parte dell’informazione.

Oggi, i familiari di Chiara chiedono solo rispetto: per la loro sofferenza, per il percorso giudiziario affrontato, e per il ricordo della figlia. In un contesto in cui la cronaca nera si intreccia spesso con la spettacolarizzazione dell’informazione, la loro voce si leva come un richiamo al senso di responsabilità collettivo: “Non possiamo accettare che continuino a buttare fango su di noi.”

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