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Morto uno dei criminali più famosi della storia: di lui si parla ancora oggi, ecco perché

Pubblicato: 27/06/2025 14:29

È morto all’età di 78 anni uno dei protagonisti di uno degli episodi criminali più noti del Novecento, l’uomo che – suo malgrado – contribuì alla nascita del termine “sindrome di Stoccolma”. Il suo nome era noto in tutta la Svezia e in gran parte del mondo per un sequestro che nel 1973 fece la storia, tanto per la drammaticità dei fatti quanto per le sue implicazioni psicologiche.

Clark Olofsson è deceduto dopo una lunga malattia, come ha riferito la sua famiglia al quotidiano svedese Dagens Etc. La sua figura è rimasta legata all’assedio della Kreditbanken di Stoccolma, durato sei giorni, durante il quale gli ostaggi iniziarono inspiegabilmente a simpatizzare con lui e il suo complice, arrivando a difenderli apertamente contro la polizia.

Tutto ebbe inizio quando Jan-Erik Olsson, evaso e armato, prese in ostaggio tre donne e un uomo all’interno della banca. Pretese che Olofsson, con cui aveva stretto amicizia in carcere, venisse trasferito sul posto. Le autorità accettarono e Olofsson si ritrovò all’interno della banca assediata, dove giocò un ruolo chiave nel rapporto con gli ostaggi.

Una delle sequestrate, Kristin Enmark, fu convinta da Olofsson a parlare con il primo ministro svedese, chiedendo che le venisse permesso di lasciare la banca insieme ai rapitori. “Mi fido ciecamente di Clark e del rapinatore. Non ci hanno fatto nulla”, dichiarò al telefono. Più tardi aggiunse: “Qui dentro ci siamo anche divertiti”. Dichiarazioni sconcertanti, che contribuirono a far emergere un fenomeno psicologico mai osservato prima con tanta evidenza.

La crisi si concluse dopo sei giorni, quando la polizia fece irruzione utilizzando gas lacrimogeni. Ma anche allora, gli ostaggi mostrarono riluttanza ad abbandonare i loro sequestratori, e in seguito si rifiutarono di testimoniare contro di loro. Da questo episodio nacque la definizione di “sindrome di Stoccolma”, coniata dallo psichiatra svedese Nils Bejerot, per descrivere l’apparente legame emotivo tra vittime e carnefici.

Tuttavia, lo stesso concetto è stato più volte messo in discussione. La stessa Enmark, in un’intervista al podcast Sideways della BBC nel 2021, criticò duramente la teoria: “È un modo per incolpare la vittima. Io ho solo fatto il possibile per sopravvivere”. Molti esperti oggi considerano quella reazione come una forma di adattamento psicologico in situazioni di estremo pericolo, più che una vera patologia.

Olofsson ha vissuto la maggior parte della sua vita tra processi e detenzioni: era stato condannato per tentato omicidio, rapina, aggressione e traffico di droga, trascorrendo oltre metà della sua esistenza in carcere. L’ultima scarcerazione risale al 2018, dopo l’espiazione di una pena in Belgio. La sua figura è stata recentemente riportata all’attenzione del pubblico nel 2022 dalla serie Netflix “Clark”, in cui era interpretato dall’attore Bill Skarsgård.

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