
Il pesto alla genovese è una preparazione fresca e semplice che gli italiani amano molto, per questo i vasetti di pesto pronto industriale a lunga conservazione che troviamo nei supermercati vanno sempre a gran ruba. Ma quali sono i migliori? E cosa contengono davvero questi prodotti già pronti? Un test condotto da Il Salvagente su 14 pesti confezionati ha analizzato la qualità degli ingredienti, la presenza di pesticidi e micotossine, e il rispetto della tradizione ligure. E cosa è emerso? Beh, i risultati non sono molto confortanti. Per garantire la lunga durata del prodotto sugli scaffali (fino a due anni), i produttori sottopongono il pesto a pastorizzazione. Questo trattamento termico consente di ridurre la carica batterica, ma ha un impatto negativo su gusto, colore e profumo del basilico. Per compensare, si ricorre spesso a aromi artificiali, oli più economici come quello di girasole, addensanti e fibre vegetali per migliorare la consistenza.
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I risultati del test
Come sottolinea Il Salvagente, tra i prodotti analizzati, solo pochi si avvicinano alla ricetta autentica. Il pesto alla genovese pronto NaturaSì è il più fedele, aggiungendo solo gli anacardi. Seguono Alberti e Polli, mentre all’estremo opposto troviamo Todis (con ben 11 ingredienti “estranei”), Eurospin, Tigullio e Barilla. Molti vasetti contengono ingredienti non previsti, come: yogurt (Todis), mandorle (Tigullio), zuccheri e sciroppi (Selex, Carrefour, Lidl), fibra di bambù, siero di latte in polvere, correttori di acidità e antiossidanti (Esselunga). Ma il dato più significativo è che solo i due pesti biologici analizzati sono risultati privi di residui. Negli altri 12, sono stati rilevati numerosi pesticidi e principi attivi, anche se in concentrazioni minime. Alcuni vasetti contenevano tracce di 10 diverse molecole chimiche, molte delle quali fungicidi autorizzati per il basilico. Tra i pesticidi più preoccupanti sono stati individuati il Boscalid (tossico per l’uomo) Metalaxyl (sospetto mutageno secondo ECHA) e Pyraclostrobin (probabile cancerogeno secondo EPA).

Come è stato condotto il test
I 14 pesti a lunga conservazione sono stati sottoposti a: analisi multiresiduale per i pesticidi; screening per le principali micotossine; valutazione della conformità alla ricetta originale. Il punteggio finale è stato assegnato in base a tre criteri: 40%: concentrazione e varietà di pesticidi; 30%: presenza di micotossine; 30%: rispetto della ricetta originale. Il sistema di punteggio ha premiato l’uso degli ingredienti tradizionali e penalizzato gli ingredienti estranei o poco usati (presenti in fondo alla lista).