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Gaia muore a 23 anni dopo l’estrazione di un dente, la notizia sconvolgente: “Colpa dell’anestesia”

Pubblicato: 28/06/2025 17:54

La tragedia di Gaia Pagliuca, una studentessa di appena 23 anni, ha scosso l’opinione pubblica e acceso i riflettori sulle procedure di sicurezza negli studi dentistici. La giovane, residente in Umbria, si era sottoposta a un intervento apparentemente di routine per la rimozione di un dente del giudizio, ma un imprevisto legato alla somministrazione di anestetici ha avuto conseguenze fatali. La famiglia, distrutta dal dolore, ha chiesto fin da subito chiarezza su quanto accaduto.

L’episodio ha suscitato interrogativi non solo tra i professionisti del settore medico, ma anche tra i cittadini, che si chiedono se siano garantite tutte le misure necessarie per evitare simili tragedie. La vicenda si colloca in un quadro più ampio di attenzione alla sicurezza dei pazienti, dove ogni dettaglio, dall’anamnesi alla gestione delle emergenze, può fare la differenza tra la vita e la morte.

L’intervento e il malore

Gaia si era recata il 26 settembre presso uno studio dentistico di Assisi per curare alcune carie. Inaspettatamente, fu deciso di rimuovere un dente del giudizio, dopo una radiografia che ne evidenziava un mal posizionamento. La ragazza aveva pranzato da poco e le fu somministrata una prima dose di anestetico locale, quattro fiale di “mepivacaina senza adrenalina”, che però non produssero l’effetto desiderato.

Di fronte alle lamentele per il dolore, il dentista optò per una seconda anestesia, utilizzando due fiale con adrenalina. Al termine della procedura, Gaia perse i sensi e manifestò convulsioni e vomito. Trasferita d’urgenza al pronto soccorso di Perugia, il suo cuore si fermò dopo tre giorni di agonia.

La perizia medica

La relazione firmata dal dottor Sergio Scalise Pantuso evidenzia che la causa della morte è stata un arresto cardiocircolatorio dovuto alla tossicità sistemica dell’anestetico locale. Secondo il perito, la prima anestesia potrebbe non aver funzionato per errori tecnici o per alterazioni anatomiche del nervo alveolare inferiore, rendendo necessaria una seconda dose, rivelatasi fatale.

Escluse patologie preesistenti, il medico legale sottolinea gravi mancanze nello studio odontoiatrico, tra cui l’assenza di documentazione clinica, consenso informato e utilizzo del defibrillatore, che avrebbe potuto salvare la vita della giovane.

Inchiesta in corso

La procura di Perugia ha aperto un’indagine per omicidio colposo, iscrivendo nel registro degli indagati tre persone: due dentiste e il titolare dello studio. Le responsabilità saranno accertate nelle prossime settimane, mentre la famiglia di Gaia chiede giustizia per una tragedia che poteva essere evitata.

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