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Bagnino suicida, le parole dello zio: “Lucida disperazione e assurda severità”

Pubblicato: 28/06/2025 19:39

La comunità di Chiari si è fermata oggi per l’ultimo saluto a Matteo Formenti, il bagnino di 37 anni trovato senza vita mercoledì scorso nei boschi di Cologne, dopo giorni di silenzio e preoccupazione. Il suo corpo è stato rinvenuto a seguito della scomparsa seguita alla tragedia avvenuta nel parco acquatico Tintarella di Luna di Castrezzato, dove un bambino di quattro anni, Michael Consolandi, ha perso la vita in un incidente che ha scosso l’intera provincia bresciana.

Il ritrovamento del corpo di Matteo ha suscitato un’ondata di dolore e riflessione nella comunità. Il sindaco di Chiari ha dichiarato: “Non si può far finta di nulla”, sottolineando la necessità di affrontare apertamente il tema del dolore e della sofferenza psicologica. La città ha proclamato il lutto cittadino, invitando tutti a partecipare alla cerimonia funebre e a riflettere sul significato di questa tragedia.

Il dramma di Matteo Formenti e l’impatto della tragedia

Matteo Formenti era un uomo descritto da chi lo conosceva come scrupoloso e attento alla sicurezza dei bambini in acqua. Il giorno dell’incidente, non era a bordo vasca, ma stava lavorando nel retro dell’impianto, intento a controllare alcune pompe d’acqua, come da disposizione del suo titolare. Nonostante ciò, il suo nome è stato associato alla tragedia, portandolo a essere indagato per omicidio colposo, un atto dovuto dalle autorità in fase di accertamento.

La pressione mediatica e i commenti negativi sui social hanno avuto un impatto devastante su Matteo. Una collega ha dichiarato: “Soffriva per il bambino, ma lui non ha avuto colpe”. Queste parole evidenziano come la sofferenza interiore di Matteo sia stata amplificata dalla percezione pubblica e dalla mancanza di comprensione.

Funerali e parole dello zio

Oggi, nel Duomo di Chiari, si è svolta la cerimonia funebre di Matteo Formenti. La chiesa era gremita di persone che volevano rendere omaggio a un uomo che aveva dedicato la sua vita al servizio degli altri. A far quadrato intorno alla bara in legno chiaro che custodiva le sue spoglie, c’erano le maglie rosse degli assistenti bagnanti, le polo blu dei volontari della Quadra Cortezzano e le divise arancioni dei soccorritori della Croce Bianca. Amici, familiari e colleghi si sono uniti in un abbraccio collettivo, testimoniando l’affetto e la stima che Matteo aveva conquistato nella sua comunità.

Durante la cerimonia, lo zio Fausto Formenti ha preso la parola, invitando tutti a non giudicare Matteo. Ha ricordato che “i Vangeli invitano a non giudicare, se non si vuole essere giudicati”, sottolineando che Matteo era un uomo brillante, ma dal cuore tormentato. Ha scelto la tragedia con una lucidità disperata, infliggendo a se stesso la condanna più severa.

Una comunità in lutto e la necessità di riflessione

La morte di Matteo Formenti ha sollevato interrogativi sulla gestione del dolore e sulla necessità di supporto psicologico in situazioni traumatiche. Il sindaco di Chiari ha dichiarato che la città sta vivendo una “giornata di riflessione collettiva”, invitando tutti a confrontarsi con il tema della sofferenza e a non ignorare i segnali di disagio che possono manifestarsi in chi ci circonda.

Questa tragedia ha messo in luce l’importanza di una comunicazione empatica e di una rete di supporto solida per coloro che affrontano momenti di crisi. La comunità di Chiari sta cercando di trasformare il dolore in un’opportunità di crescita e consapevolezza, affinché simili eventi possano essere prevenuti in futuro.

Matteo Formenti rimarrà nella memoria collettiva non solo come una vittima, ma come un simbolo della fragilità umana e della necessità di guardare oltre le apparenze, riconoscendo la sofferenza anche in chi sembra più forte. La sua storia ci invita a riflettere sul peso delle parole e sull’importanza di un supporto umano autentico e senza pregiudizi.

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