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Pride Budapest, la grande fuga di Ilaria Salis: “Ho paura”

Pubblicato: 28/06/2025 20:11

Il Pride di Budapest rappresenta ogni anno un momento cruciale per la comunità LGBTQ+ ungherese, che lotta contro una legislazione sempre più restrittiva e un clima politico apertamente ostile. Nonostante le crescenti difficoltà, l’evento rimane una delle poche manifestazioni pubbliche capaci di attirare l’attenzione internazionale sulle problematiche dei diritti civili in Ungheria. Anche quest’anno, centinaia di partecipanti hanno sfilato tra imponenti misure di sicurezza e sotto lo sguardo vigile di oppositori e forze dell’ordine.

Nel contesto di questa edizione, il nome di Ilaria Salis era stato accolto con entusiasmo dagli organizzatori e dai partecipanti. La presenza dell’europarlamentare italiana, già nota per il suo attivismo e per il coinvolgimento personale in vicende legate alla repressione delle libertà in Ungheria, avrebbe rappresentato un forte simbolo di solidarietà. Tuttavia, l’annuncio della sua rinuncia, comunicato pochi giorni prima dell’evento, ha suscitato reazioni contrastanti e aperto un acceso dibattito tra sostenitori e critici della scelta.

Una decisione strategica e sofferta

L’eurodeputata, esponente di Avs, ha spiegato che la decisione di non partecipare è stata presa dopo un’attenta valutazione dei rischi, in particolare per la situazione giudiziaria di Maja T., attivista tedesca ancora detenuta in Ungheria. Salis e Maja erano state arrestate nel 2023 durante proteste contro gruppi di estrema destra, ma mentre la prima ha potuto beneficiare della protezione parlamentare, la seconda è ancora incarcerata e sottoposta a condizioni degradanti.

Secondo fonti vicine all’europarlamentare, la sua partecipazione al Pride avrebbe potuto peggiorare la posizione dell’attivista tedesca, già vittima di un sistema giudiziario ostile e politicizzato. La decisione, seppur criticata da alcuni per la mancanza di un gesto simbolico forte, è stata descritta come un atto di responsabilità nei confronti di una persona in difficoltà.

Le critiche al lusso: il matrimonio di Bezos a Venezia

Parallelamente, Salis ha attirato l’attenzione per le sue critiche alle nozze di Jeff Bezos con Lauren Sánchez, celebrate a Venezia con una cerimonia di lusso straordinario. In un post sui social, l’eurodeputata ha definito l’evento “un’esibizione dell’élite capitalista” e “un insulto a chi lotta per sopravvivere ogni giorno”. La celebrazione ha visto la partecipazione di numerosi personaggi illustri, che si sono riuniti nella città lagunare per un evento privato blindato, generando polemiche a livello locale e globale.

Le nozze, organizzate con un budget che sfiora i cinquanta milioni di euro, hanno sollevato proteste sia per l’impatto ambientale, legato all’utilizzo di jet privati e yacht di lusso, sia per il messaggio simbolico di disuguaglianza che hanno trasmesso. Salis ha sfruttato l’occasione per ribadire la sua posizione contro le crescenti disparità economiche e sociali, definendo l’evento un esempio di “distacco inaccettabile dalla realtà”.

Reazioni e riflessioni politiche

Le prese di posizione di Salis hanno riacceso il dibattito sull’efficacia dell’attivismo simbolico in un contesto politico sempre più polarizzato. La sua decisione di non partecipare al Pride di Budapest è stata interpretata da alcuni come un segnale di prudenza strategica, mentre altri l’hanno vista come una rinuncia a un’opportunità per denunciare la repressione dei diritti LGBTQ+ in Ungheria.

Al tempo stesso, le critiche al matrimonio di Bezos hanno sollevato interrogativi sull’uso delle piattaforme pubbliche da parte di rappresentanti politici per affrontare questioni globali come la lotta alle disuguaglianze. Tra sostenitori e detrattori, Salis continua a rappresentare una figura controversa ma centrale nel panorama politico europeo, capace di catalizzare l’attenzione su temi divisivi e di grande rilevanza sociale.

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