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L’apocalisse possibile: “Cosa succederà in caso di guerra nucleare”, il racconto dell’esperta

Pubblicato: 29/06/2025 21:47

La situazione geopolitica mondiale ha registrato un progressivo peggioramento negli ultimi anni. La guerra in Ucraina, il conflitto fra Usa, Israele e Iran, la tragedia di Gaza, le tensioni intorno a Taiwan e molto altro ancora: sono tanti i focolai di conflitto, ed è impossibile non chiedersi cosa succederebbe in caso di Guerra Nucleare. A rispondere è un’esperta americana, giornalista, in un libro intitolato semplicemente “Guerra Nucleare“.

L’Apocalisse possibile

Immaginate strade che si liquefano come lava, città ridotte in cenere in meno di un minuto, e un inverno globale che congela anche l’acqua dolce. Non è un film catastrofico, ma il possibile scenario descritto nel nuovo libro della giornalista americana Annie Jacobsen. L’opera, pubblicata in Italia da Mondadori, mette in fila, minuto per minuto, cosa accadrebbe davvero in caso di un conflitto atomico.

Il suo scopo non è fare sensazionalismo, ma risvegliare le coscienze politiche e pubbliche. Perché con oltre 12.000 testate attive nel mondo, un solo errore può segnare la fine di tutto.

“Così finisce il mondo: bruciati vivi o sterminati dal gelo”

Jacobsen parte da una cifra agghiacciante: 5 miliardi di morti. Bruciati sul colpo o uccisi dalla fame durante l’inverno nucleare, la fase successiva a un attacco su larga scala. “Mi occupo di sicurezza nazionale da anni”, spiega, “e ogni volta che parlavo con funzionari del Pentagono, la risposta era sempre la stessa: prevenire la Terza guerra mondiale”. Quando Trump parlò di “fuoco e furia”, la giornalista sentì l’urgenza di capire cosa accadrebbe davvero se questa prevenzione fallisse.

Il suo libro è costruito come un resoconto in tempo reale. “Un missile balistico intercontinentale arriva in 30 minuti e non può essere fermato. Negli Usa, l’unico a poter ordinare il lancio è il presidente. Ma quello che spaventa di più è che si può colpire anche solo in base a un allarme, senza prove”. Lo stesso vale oggi per la Russia, dopo l’aggiornamento della dottrina deciso da Putin, un cambiamento che, secondo Jacobsen, aumenta il rischio di errore.

I numeri reali: la corsa al disastro

Usa e Russia hanno circa 3.000 testate pronte al lancio. L’esplosione di una sola bomba può incenerire tutto in 160 chilometri quadrati. Ogni intercettore americano ha solo il 50% di successo, e ne abbiamo 44, contro oltre 1.600 testate russe”. L’equilibrio si regge su un filo sottilissimo: basta una svista, una comunicazione sbagliata, e tutto precipita. “Il mondo può finire in due ore”, le ha detto un generale del Comando strategico USA.

Jacobsen racconta anche casi recenti che fanno tremare: “A novembre, la Russia ha lanciato un missile a raggio intermedio sull’Ucraina. Poteva portare una testata nucleare. Mosca ha avvertito Washington solo 30 minuti prima. Se questo non è giocare col fuoco…”

Siamo a un passo dal baratro

La giornalista è chiara: “Non esiste una guerra nucleare limitata. Se inizia, coinvolge tutto. Lo scudo missilistico è insufficiente, la catena di comando è centralizzata, e ogni decisione è rapida. La fine arriverebbe senza appello”. Per questo non crede più nella sola deterrenza. “Ha funzionato per 80 anni, ma adesso ci sono 9 potenze nucleari e l’Iran in rampa di lancio. Il sistema può saltare da un momento all’altro”.

Eppure, una speranza esiste. “Reagan, il più falco dei presidenti, negoziò con Gorbaciov dopo aver visto un film apocalittico. Da lì, le testate scesero da 70.000 a 12.000. Possiamo fare ancora molto”. Anche Trump, dice Jacobsen, ha letto gli scenari e parlato di denuclearizzazione. “Qualunque riduzione sarebbe un passo avanti. Se fallisce la deterrenza, si sgretola tutto. E allora, sarà troppo tardi”.

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