
Le strade della Capitale diventano ogni giorno più pericolose. Tra buche, traffico caotico e alta velocità, i pedoni pagano il prezzo più alto. Famiglie, lavoratori, studenti. Nessuno è al sicuro. I numeri raccontano una realtà drammatica, che cresce con il caldo, le ferie e i rientri notturni.
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Roma vive un’emergenza senza sosta. Gli incidenti gravi si susseguono. Le cronache riportano vittime quasi ogni giorno. Le moto si schiantano, le auto travolgono, i pirati scappano. Ogni quartiere conta feriti e lutti. Nessuna zona si salva, né il centro né le periferie.
Giugno si chiude con un bilancio tragico. Solo negli ultimi giorni, due motociclisti hanno perso la vita. Uno sulla Trionfale, uno sulla Salaria. Venti morti in un solo mese. Otto erano centauri. Le autorità chiedono prudenza, ma gli appelli si scontrano con la realtà di strade insicure.
Travolti e abbandonati in mezzo alla strada
Sabato sera 28 giugno, una donna di 33 anni e suo figlio di 4 anni sono stati investiti su via Casilina. L’incidente è avvenuto all’altezza del civico 1342, nella zona est di Roma. La donna, di origine bangladese, stava attraversando la strada con il piccolo. Un’auto li ha centrati in pieno. Il conducente non si è fermato.
Subito dopo l’impatto, il pirata della strada è fuggito. Nessun soccorso, nessuna frenata, nessuna esitazione. La scena è durata pochi secondi. Sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Frascati e il personale della polizia locale di Roma Capitale. I due feriti sono stati trasportati in ospedale.
I sanitari del 118 hanno portato madre e figlio al policlinico Umberto I. I medici hanno riscontrato ferite e contusioni. Dopo le cure, entrambi sono stati dimessi. La donna ha ricevuto una prognosi di 10 giorni, il bimbo di 7 giorni. Nessuno dei due è in pericolo di vita.
Indagini in corso per identificare il fuggitivo
Le forze dell’ordine hanno avviato le indagini per risalire al responsabile. I tecnici della polizia locale hanno effettuato i rilievi. Si cercano telecamere di videosorveglianza nella zona. Ogni elemento può risultare decisivo. I carabinieri stanno passando al setaccio testimonianze e dettagli. La fuga dopo un incidente rappresenta un reato grave.
La caccia al pirata della strada è aperta. Chi investe e scappa lascia dietro di sé dolore e rabbia. I residenti chiedono più controlli sulla via Casilina, una delle arterie più trafficate della Capitale. La paura cresce. Molti evitano di uscire la sera. I pedoni si sentono indifesi.
Una tragedia evitata per un soffio
La dinamica poteva trasformarsi in una tragedia. La macchina ha colpito in pieno due persone. Solo per fortuna i traumi si sono rivelati contenuti. Il punto dell’incidente si trova in un tratto poco illuminato, già teatro di altri investimenti. I cittadini parlano di “strade da terzo mondo”.
Ogni giorno, su via Casilina, migliaia di auto sfrecciano. I limiti di velocità vengono ignorati. Le strisce pedonali spesso risultano invisibili. I segnali si confondono tra le pubblicità. Gli attraversamenti non hanno semafori. I più deboli rischiano ogni volta.
Lunga scia di sangue sulle strade della Capitale
Roma continua a contare morti e feriti. Gli episodi si sommano, senza soluzione di continuità. Qualche ora prima, sulla via Salaria, un motociclista ha perso la vita in un impatto violentissimo. Un altro è morto sulla via Trionfale. Due storie simili, due famiglie distrutte.
A Torvajanica, un uomo di 49 anni si è schiantato con lo scooter contro un’auto. Anche lì la vittima lascia una figlia gravemente ferita. L’elenco si allunga di giorno in giorno. Le forze dell’ordine parlano di una vera “strage silenziosa”. I numeri fanno paura.
Famiglie spezzate in un istante
Sull’A1, pochi giorni fa, marito e moglie hanno perso la vita in un incidente. Tornavano dalla festa di laurea della figlia. L’altra figlia e il fidanzato sono rimasti feriti. Un viaggio di gioia si è trasformato in un lutto improvviso. Le famiglie restano, a piangere e cercare giustizia.
Ogni caso mostra lo stesso copione. Una strada pericolosa. Una manovra improvvisa. Una vita spezzata. Il dolore delle vittime si somma all’impotenza dei sopravvissuti. Chi resta si aggrappa ai ricordi e chiede risposte.
La rabbia dei cittadini e l’appello alle istituzioni
I cittadini protestano. I comitati di quartiere chiedono illuminazione, semafori, controlli. Vogliono vedere risultati, non promesse. Chiedono telecamere, pattuglie, segnaletica. Le risposte tardano. Le tragedie aumentano. L’indignazione cresce.
Le istituzioni parlano di progetti futuri. Ma la città vive il presente. Ogni sera, un altro dramma. Ogni giorno, una nuova emergenza. Roma si muove tra cantieri eterni, marciapiedi impraticabili e strade fatiscenti. Intanto, la vita scorre. E a volte, si ferma per sempre.