
Moussa Sangare, il trentenne accusato dell’omicidio di Sharon Verzeni, potrebbe essere in grado di sostenere un processo, secondo la psichiatra Valentina Stanga, che ha esaminato la sua situazione. Stanga, dell’Università degli Studi di Brescia, ha confermato che Sangare non presenta disturbi psichiatrici tali da compromettere la sua capacità di intendere e di volere. Questo significa che, a differenza di quanto suggerito da alcune voci, il giovane è imputabile. La psichiatra lo scrive chiaramente nella sua perizia, che è stata disposta dal giudice Maria Beatrice Parati su richiesta dell’avvocato Giacomo Maj.
La perizia sul caso di omicidio e maltrattamenti
Sangare è accusato di maltrattamenti nei confronti della sorella, Awa, e della madre, Kadiatou Diallo. La sua difesa, guidata dall’avvocato Maj, non è sorpresa dalle conclusioni della perizia, ma ritiene che il lavoro fatto sia incompleto. Secondo il legale, l’esame psichiatrico si è basato su un unico colloquio, ritenuto insufficiente per una valutazione accurata. Nonostante le obiezioni, il giudice Parati dovrà decidere se concludere la vicenda con una sentenza il 9 luglio, data in cui la sua decisione potrebbe includere un rito abbreviato.

L’influenza delle diagnosi psichiatriche nella vicenda
Nel caso dell’omicidio di Sharon, la psichiatra Giuseppina Paulillo, dell’Unità operativa di Parma, ha il compito di condurre una perizia approfondita sullo stato mentale di Sangare. Tuttavia, la relazione di Paulillo è stata rinviata, richiedendo più tempo per una diagnosi definitiva. Nonostante le difficoltà, i giudici devono valutare tutte le perizie prima di stabilire una posizione finale.
Il ruolo di Awa e Kadiatou, madre e sorella di Sangare, è delicato. Le due donne hanno già denunciato ripetutamente il comportamento violento del giovane, ma hanno scelto di restare ai margini del procedimento. Sebbene non si siano costituite parte civile, l’avvocato Stefano Comi, che le rappresenta, ha sottolineato che le due donne sono serene nella loro posizione, chiedendo semplicemente che Sangare risponda per le sue azioni. La loro vita è stata segnata dalla paura, iniziata nel 2019, quando Sangare, tornato da un viaggio negli Stati Uniti con problemi di dipendenza, ha iniziato a maltrattarle fisicamente e psicologicamente.