
Un trapianto eccezionale, una mamma coraggiosa e una bimba di sei mesi che ha ricominciato a vivere. Alla Città della Salute e della Scienza di Torino, l’équipe medica guidata dal professor Renato Romagnoli ha compiuto un intervento senza precedenti, salvando una neonata affetta da una rara e gravissima malformazione delle vie biliari.
Trapianto e autotrapianto: l’operazione da 13 ore
La piccola era giunta ad aprile al Regina Margherita in condizioni disperate: ittero severo, scompenso epatico e liquido nell’addome. Nessuna possibilità di intervento riparativo, solo un trapianto urgente poteva salvarla. Ma l’assenza di organi disponibili ha costretto i medici ad accettare la proposta della mamma: donare parte del proprio fegato.
L’intervento è avvenuto due settimane fa presso il Centro Trapianto Fegato delle Molinette, dopo l’autorizzazione del Tribunale di Torino e del Centro Nazionale Trapianti di Roma. L’équipe ha operato per tredici ore, trapiantando una parte del fegato materno e sostituendo la vena porta – gravemente compromessa – con la vena giugulare prelevata dal collo della stessa bambina.
Innovazione medica e amore assoluto
Si è trattato di un autotrapianto mai eseguito prima. Dopo soli sei giorni, la madre, 32 anni, è stata dimessa. Le condizioni della figlia sono in rapido miglioramento: il fegato trapiantato funziona perfettamente e la bimba ha già cominciato la riabilitazione nutrizionale.
Il decorso postoperatorio è stato regolare per entrambe. Un caso che unisce medicina d’avanguardia e amore assoluto, e che ha commosso tutti.