
In un’atmosfera di tensione e aspettativa, i riflettori sono puntati su Roma dove la Corte Suprema si prepara a pronunciare un verdetto su uno dei casi più discussi nella storia recente italiana: il caso Alberto Stasi. Dopo infinite indagini e un mare di discussioni, il destino di Stasi, condannato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi nel 2007, è di nuovo in bilico.
Obiezioni e controversie
Il cuore del dibattito giuridico risiede nelle obiezioni sollevate dalla Procura generale di Milano. Questa accusa ha sollevato perplessità su alcuni “vizi di legittimità” legati al caso Stasi, in particolare in merito a un’intervista televisiva concessa al programma “Le Iene”. Tale intervista, avvenuta durante un permesso premio, ha sollevato dubbi sulla sua conformità alle norme che regolano tali concessioni.

L’intervista, trasmessa il 30 marzo scorso, è stata considerata non autorizzata e inappropriata per i fini permessi dalla legge. Secondo la Procura, non rientra tra i motivi familiari, culturali o lavorativi previsti. Questa violazione potrebbe compromettere la semilibertà di Stasi, portando a una nuova valutazione del caso da parte del Tribunale di Sorveglianza di Milano.

Un caso che non si chiude
La Corte Suprema è chiamata a decidere in un’udienza a porte chiuse. Potrebbe confermare la semilibertà di Stasi o annullarla, lasciando il caso al Tribunale di Milano per una nuova analisi. Intanto, la vicenda giudiziaria prosegue su un altro fronte: nuovi esami saranno condotti sui campioni raccolti durante l’autopsia di Chiara Poggi, con particolare attenzione a una traccia controversa.

Un enigma irrisolto
Venerdì 4 luglio, nei laboratori della Polizia scientifica di Milano, si terrà un nuovo esame probatorio. Si analizzeranno nuovamente i campioni della scena del crimine, cercando risposte in una traccia “sporca” dalla porta della casa di Chiara. Anche dopo diciassette anni, il caso Garlasco continua a dividere l’opinione pubblica e a mantenere alta l’attenzione dei media e della giustizia italiana.