
Le giornate si fanno sempre più torride e, con l’estate ormai entrata nel vivo, l’attenzione si concentra sui rischi per la salute pubblica e la sicurezza di chi lavora all’esterno. L’ondata di caldo che sta investendo il Paese non accenna a diminuire e cresce la preoccupazione tra autorità, operatori sanitari e cittadini. A essere maggiormente a rischio sono in particolare le fasce più fragili della popolazione, ma anche chi svolge attività lavorative all’aperto durante le ore centrali della giornata.
Il bollettino meteo diffuso nelle ultime ore ha confermato che l’allerta rimane elevata, con molte città che continuano a registrare temperature ben oltre la soglia di attenzione. In alcune aree, si toccano i livelli massimi di emergenza sanitaria.

Diciassette città italiane in allerta massima per il caldo
Per oggi, martedì 1° luglio, sono 17 i centri urbani contrassegnati dal bollino rosso, che indica un livello 3 di allerta per le ondate di calore, secondo il monitoraggio del Ministero della Salute. Tra questi figurano grandi città come Milano, Firenze, Roma, Bologna e Palermo. Il rischio maggiore è per anziani, bambini, persone fragili o con malattie croniche, ma le autorità avvertono che l’intera popolazione è potenzialmente esposta agli effetti del caldo estremo.
Lombardia, in arrivo ordinanza per la tutela dei lavoratori all’aperto
Per fronteggiare l’emergenza, la Regione Lombardia ha annunciato un’importante misura di prevenzione. Dal 2 luglio al 15 settembre 2025, sarà in vigore un’ordinanza che vieta le attività lavorative all’aperto tra le 12.30 e le 16.00 nei settori dell’edilizia, dell’agricoltura, delle cave e dei vivai, ma solo nei giorni in cui il rischio è classificato come “alto”secondo il sito Worklimate.
Il documento, elaborato a seguito di un incontro tra Regione, sindacati e associazioni datoriali, rappresenta un passo significativo per garantire la sicurezza di chi lavora sotto il sole. “La priorità è tutelare la salute – ha dichiarato il presidente regionale – trasformando le raccomandazioni in misure concrete”. Il provvedimento esclude le attività urgenti o legate a servizi pubblici essenziali, purché vengano adottate tutte le misure di sicurezza previste.
Le sanzioni previste in caso di violazione si rifanno all’articolo 650 del codice penale. La Regione assicura che continuerà a monitorare l’evolversi della situazione, pronta ad adeguare gli interventi per proteggere cittadini e lavoratori.