
Un nuovo stop alle indagini sul caso Garlasco, a diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi. Al centro, ancora una volta, una traccia che si sperava potesse aprire nuovi scenari sul delitto: la cosiddetta “traccia 10”, impronta repertata già nel 2007, che avrebbe potuto supportare la tesi della presenza di più persone sulla scena del crimine.
L’impronta in questione si è però rivelata inutilizzabile a fini genetici: secondo i periti incaricati, sulla traccia non c’è DNA oppure è presente in quantità troppo ridotte per poter ricavare un profilo affidabile. Stessa sorte per altre 60 impronte raccolte all’epoca nella villetta di via Pascoli: nessuna ha portato a un’identificazione.

L’analisi sulla “traccia 10” era uno dei punti chiave dell’incidente probatorio richiesto dalla Procura di Pavia nell’ambito della nuova inchiesta sul caso, che vede indagato per omicidio in concorso Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, fratello della vittima. L’impronta si trovava sulla parte interna della porta d’ingresso dell’abitazione ed era stata individuata nel 2007 dai carabinieri del Ris di Parma.
Secondo la nuova ipotesi investigativa, quella traccia sarebbe stata lasciata dall’assassino mentre usciva dalla casa, probabilmente con le mani sporche di sangue. Una ricostruzione però già messa in dubbio da un primo Obti test, che ha dato esito negativo per il sangue. Su richiesta della difesa di Stasi, l’esame verrà ripetuto, ma anche il fallimento nell’estrazione del DNA complica ogni sviluppo.

La difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni, puntava proprio su quella traccia per dimostrare la presenza di un altro individuo sulla scena, oltre ad Andrea Sempio, il cui DNA era stato trovato sotto le unghie della vittima. Ora, con l’impossibilità di ottenere un profilo genetico, quella pista si indebolisce notevolmente.
I risultati delle analisi, comprese quelle condotte su materiali genetici prelevati da rifiuti domestici conservati per anni, verranno discussi nel nuovo incidente probatorio fissato per venerdì 4 luglio. Saranno presenti i periti del tribunale, i consulenti della famiglia Poggi e quelli nominati da Stasi e Sempio.
Nel frattempo, Alberto Stasi resta in semilibertà, misura concessa il 9 aprile scorso e confermata nei giorni scorsi dalla Cassazione, che ha respinto il ricorso della Procura generale di Milano. L’ex studente della Bocconi continua a scontare la sua pena con rientro in carcere notturno.
Il caso Garlasco, a quasi due decenni dal delitto, continua a rimanere aperto sul piano giudiziario e mediatico, tra nuovi accertamenti, piste scartate e una verità che sembra ancora lontana dall’essere ricostruita nella sua totalità.