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Leonardo Bertulazzi sarà estradato in Italia: la decisione dall’Argentina

Pubblicato: 01/07/2025 22:03

Leonardo Bertulazzi, ex brigatista noto con il nome di battaglia “Stefano”, sarà estradato in Italia. A stabilirlo è stata la Corte Suprema di Buenos Aires, che ha così ribaltato la precedente decisione della Cassazione argentina, la quale mesi fa aveva accolto il ricorso del 73enne contro l’estradizione e ne aveva disposto la scarcerazione. La nuova pronuncia apre ora la strada al ritorno in Italia del militante della colonna genovese delle Brigate Rosse, protagonista di uno dei sequestri più eclatanti degli anni di piombo.

La vicenda si è ulteriormente complicata quando a Bertulazzi è stato revocato lo status di rifugiato politico, riconosciutogli nel 2024. La Cassazione aveva però sottolineato che nessuna decisione poteva essere presa prima della definizione del relativo ricorso. In particolare, il giudice relatore Alejandro Skolar aveva duramente criticato le sentenze di primo e secondo grado, definite piene di “affermazioni dogmatiche” e “elementi di assoluta arbitrarietà”.

La Corte Suprema argentina ha però espresso un giudizio opposto, confermando l’ordine di estradizione e bocciando i ricorsi del legale dell’ex brigatista. Secondo i giudici supremi, non ci sono motivi per sospendere la procedura, né per avviare un’indagine parallela sulla revoca dello status di rifugiato, che – si legge nella sentenza – può essere trattata “con la sola trasmissione delle informazioni alla controparte italiana”.

Ora l’ultima parola spetta al presidente argentino Javier Milei, unico ad avere il potere formale di fermare l’estradizione. Tuttavia, al momento nessuno ritiene probabile che il leader libertario scelga di opporsi a una decisione giudiziaria già consolidata e in sintonia con l’orientamento politico del suo governo.

Bertulazzi, che ha oggi 73 anni, è ricercato da oltre quarant’anni e deve scontare una condanna a più di 27 anni di reclusione per sequestro di persona, associazione sovversiva e banda armata. Il caso per cui è stato processato riguarda il rapimento di Pietro Costa, ingegnere della nota famiglia di armatori genovesi, sequestrato nel 1977 e rilasciato solo dopo 81 giorni di prigionia e il pagamento di un riscatto da un miliardo e mezzo di lire.

Una parte del denaro ottenuto da quel sequestro, circa cinquanta milioni, fu utilizzata – secondo gli atti processuali – per acquistare l’appartamento di via Montalcini 8 a Roma, divenuto poco dopo il covo-prigione di Aldo Moro. Al momento dell’acquisto, tuttavia, Bertulazzi era già detenuto, ma riuscì poco dopo a evadere e far perdere completamente le sue tracce.

È riapparso nel 2002 in Argentina, dove fu arrestato ma poi rilasciato dopo otto mesi. All’epoca i suoi processi in Italia erano stati celebrati in contumacia, e ciò ha impedito per anni ogni estradizione, consentendogli anche di ottenere lo status di rifugiato politico, oggi definitivamente revocato. La sua estradizione in Italia ora appare sempre più imminente.

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