
Putin accusa l’Occidente, Macron insiste sul cessate il fuoco. Dopo tre anni di silenzio diretto, il presidente francese Emmanuel Macron ha avuto un colloquio telefonico con Vladimir Putin, riaprendo una linea diretta con il Cremlino nel tentativo di sondare un possibile spiraglio per la pace in Ucraina.
Pochi minuti dopo, lo stesso Macron ha contattato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per riferire sull’esito del dialogo. Secondo fonti dell’Eliseo, Parigi e Kiev “resteranno in contatto in vista delle prossime scadenze diplomatiche”.
Macron rilancia la diplomazia: “Serve una tregua immediata”
Nel confronto con Putin, Macron ha chiesto l’istituzione “il prima possibile di un cessate il fuoco” e l’avvio di negoziati tra Russia e Ucraina per arrivare a una “soluzione solida e duratura del conflitto”. Parigi ha ribadito il proprio sostegno “alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina”, lasciando intendere che qualsiasi negoziato dovrà tenere conto delle attuali posizioni europee sul conflitto.
Mosca, da parte sua, ha respinto la narrazione occidentale. Putin ha affermato che il conflitto è “una conseguenza diretta della politica occidentale”, accusando l’Europa e gli Stati Uniti di aver trasformato l’Ucraina in “una roccaforte anti-russa” e di aver ignorato per anni le “preoccupazioni sulla sicurezza della Russia”.

Le richieste del Cremlino: “Accordi solo se di lungo periodo”
Nel resoconto diffuso dal Cremlino, il presidente russo ha detto di essere aperto a discutere soluzioni pacifiche, ma solo a patto che si tratti di “accordi globali e a lungo termine” capaci di affrontare le “cause profonde della crisi ucraina” e che riflettano le “nuove realtà territoriali”. Un messaggio chiaro, che ribadisce l’intenzione di non fare marcia indietro sulle annessioni già proclamate.
Il dialogo, secondo quanto emerge da Mosca, non ha prodotto cambiamenti di linea: il leader del Cremlino ha criticato l’invio di “armi moderne” da parte dell’Occidente al governo di Kiev, accusando la NATO e gli alleati europei di voler “prolungare le operazioni militari”.
Una finestra diplomatica che si riapre?
Si tratta della prima telefonata diretta tra Macron e Putin dal 2022, a testimonianza di una possibile riapertura dei canali diplomatici tra Parigi e Mosca. Ma l’esito appare ancora incerto. Da un lato Macron tenta di riportare il dossier ucraino su un binario negoziale, dall’altro Putin mostra rigidità e rilancia le sue condizioni, che l’Europa e Kiev hanno sempre considerato inaccettabili.
Il fatto che subito dopo la chiamata Macron abbia contattato Zelensky lascia intendere la volontà francese di non agire in solitaria, ma di mantenere l’interlocuzione con l’Ucraina come punto fermo. Resta da capire se questo doppio binario — parlando sia con Mosca che con Kiev — possa produrre risultati reali o restare un gesto isolato in un momento di grande tensione geopolitica.