
L’allerta sanitaria torna alta in Italia e non solo, con un nuovo caso che riporta l’attenzione su una malattia già nota, ma in una forma più insidiosa. Mentre gli occhi restano puntati su altri focolai globali, un diverso fronte di rischio si riapre anche sul territorio europeo, dove la sorveglianza epidemiologica si fa nuovamente prioritaria.
Negli ultimi giorni, un episodio confermato ha riportato sotto i riflettori un virus che l’Organizzazione Mondiale della Sanità non ha mai smesso di monitorare. E ora, con una sua variante più pericolosa, il quadro cambia.

L’Italia ha registrato il suo primo caso di Mpox clade 1b, la variante più aggressiva del vaiolo delle scimmie, classificata come minaccia sanitaria globale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Si tratta di un uomo adulto rientrato di recente da un viaggio in Tanzania, risultato positivo e segnalato ufficialmente all’OMS il 4 giugno 2025. La notizia, riportata nel 54° bollettino epidemiologico dell’organizzazione, accende un nuovo allarme sanitario per l’Europa e il mondo intero.
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Una variante mutata e più pericolosa
Il clade 1b rappresenta una mutazione del già noto clade 1 del virus Mpox (precedentemente conosciuto come monkeypox), ma con caratteristiche che lo rendono più preoccupante. Secondo quanto riportato dall’OMS, questa nuova forma del virus si trasmette più facilmente, soprattutto attraverso il contatto diretto tra persone, ed è associata a malattie più gravi e potenzialmente mortali. A confermare l’identificazione del primo caso di importazione nel nostro Paese è stata la stessa agenzia Onu per la salute, sottolineando come l’individuo colpito abbia contratto l’infezione durante il soggiorno in Africa.
La trasmissibilità aumentata e la gravità dei sintomi rendono il clade 1b particolarmente insidioso rispetto al ceppo che aveva provocato l’epidemia nel 2022. Oltre all’Italia, casi simili sono stati confermati anche in Cina, Regno Unito, Stati Uniti ed Etiopia, dove il virus era già stato isolato nelle settimane precedenti.
I numeri globali della nuova emergenza sanitaria
Dall’inizio del 2025, i casi complessivi di Mpox – includendo i vari clade 1, 1a, 1b, 2, 2a e 2b – hanno raggiunto 24.672 a livello globale. Di questi, oltre 12.200 sono stati segnalati nella Repubblica Democratica del Congo, epicentro dell’attuale crisi sanitaria. Preoccupano anche i dati provenienti da Uganda (5.636 casi), Sierra Leone (4.294) e Burundi (1.079), dove la diffusione è in rapida ascesa.
Nel solo mese di maggio, sono stati segnalati 6.823 nuovi casi e 16 decessi in 49 Paesi. Il Comitato di Emergenza dell’OMS, riunitosi lo scorso 5 giugno, ha ribadito che la situazione costituisce una emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale, sottolineando come il clade 1b presenti un rischio alto per la salute pubblica, a differenza di altri clade che vengono classificati con un livello di rischio moderato.
Cos’è il clade 1b del virus Mpox
Il virus Mpox clade 1b è una forma mutata del ceppo originario, individuata inizialmente nel Sud Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo. Le analisi genetiche hanno rivelato la presenza di mutazioni Apobec-3, segnale di un adattamento evolutivo del virus nella trasmissione tra esseri umani. Le infezioni da clade 1b sono considerate più gravi e spesso più letali rispetto alle precedenti.
I sintomi dell’infezione si manifestano generalmente entro una settimana dal contagio, ma in alcuni casi possono comparire fino a 21 giorni dopo l’esposizione. Il decorso dura normalmente tra 2 e 4 settimane. I principali sintomi includono:
- Eruzione cutanea
- Febbre
- Mal di gola
- Mal di testa
- Dolori muscolari
- Mal di schiena
- Linfonodi ingrossati
L’eruzione cutanea, tipica del vaiolo delle scimmie, può manifestarsi sul viso, sul corpo, sui palmi delle mani, sulle piante dei piedi e anche nelle aree genitali. Inizia con piaghe piatte che evolvono in vescicole piene di liquido, spesso pruriginose o dolorose. Col tempo, queste lesioni si seccano, si incrostano e infine cadono.

Modalità di trasmissione e strategie di prevenzione
Il virus si trasmette attraverso il contatto diretto con animali infetti o con persone infette, tramite pelle a pelle, secrezioni respiratorie o il contatto con superfici contaminate. Non esiste una cura specifica, ma la gestione clinica si concentra sull’alleviamento dei sintomi e sulla prevenzione delle complicanze.
In Italia è disponibile il vaccino Imvanex, utilizzabile anche in fase post-esposizione: può essere somministrato entro 4 giorni dal contatto con una persona infetta, e fino a 14 giorni in assenza di sintomi, per stimolare la risposta immunitaria. Il vaccino rappresenta oggi una delle principali armi per contenere la diffusione del virus.
Vigilanza alta anche in Europa
La scoperta del primo caso italiano di Mpox clade 1b richiede ora un rafforzamento del sistema di sorveglianza epidemiologica e un’attenta gestione dei contatti. Il rischio di trasmissione su scala europea, sebbene al momento limitato, potrebbe crescere con la mobilità estiva e la difficoltà di tracciare i movimenti internazionali.
L’OMS raccomanda a tutti i Paesi di mantenere alta l’attenzione, potenziare le attività di diagnosi precoce e garantire una risposta coordinata in caso di nuovi focolai. Il ritorno del vaiolo delle scimmie in una forma più pericolosa dimostra, ancora una volta, quanto sia fragile l’equilibrio globale di fronte a virus emergenti e mutanti.