
In un mondo sempre in movimento, le nostre città stanno affrontando un cambiamento importante: il divieto di svolta a sinistra. Questa decisione è stata presa in molte città italiane e internazionali per ridurre il caos del traffico e migliorare la sicurezza stradale. Secondo il professor Vikas V. Gayah, esperto in ingegneria civile presso la Pennsylvania State University, questa manovra quotidiana può essere molto rischiosa per automobilisti e pedoni. Scopriamo insieme perché questa scelta potrebbe rivoluzionare il nostro modo di muoverci in città.

La svolta a sinistra: un pericolo invisibile
Secondo le statistiche del Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, un sorprendente 60% degli incidenti agli incroci è legato alle svolte a sinistra. Il professor Gayah, intervistato da SciLine, afferma senza mezzi termini: «È la manovra più pericolosa perché espone all’impatto con il traffico in arrivo». Questi incidenti, spesso obliqui, sono noti per causare gravi feriti e in alcuni casi decessi.
La sfida principale è la complessità della manovra: valutare velocità e distanza dei veicoli in arrivo, controllare i pedoni e tenere d’occhio altri mezzi come biciclette e monopattini. Nei grandi incroci urbani, il margine d’errore è minimo, e l’assenza di semafori dedicati complica ulteriormente la situazione. Non sorprende che in città come San Francisco, le svolte a sinistra siano vietate nelle ore di punta per limitare i rischi.

Incidenti a incroci e le vittime più vulnerabili
Le statistiche parlano chiaro: il 40% degli incidenti stradali si verifica agli incroci, e di questi, il 50% porta a gravi ferite, mentre uno su cinque termina con un decesso. Gayah sottolinea che, anche se meno frequenti, le svolte a sinistra risultano essere tra le più letali.
I pedoni, spesso nascosti alla vista da SUV e veicoli di grandi dimensioni, sono le vittime più esposte. Questo è uno dei motivi per cui il nuovo Codice della Strada italiano, attivo dal dicembre 2024, ha introdotto il divieto di svolta a sinistra negli incroci pericolosi. Il provvedimento mira a ridurre incidenti e vittime nei centri urbani, dove, secondo ISTAT, avviene fino al 35% degli incidenti mortali.
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