
Il numero di Regioni che vietano il lavoro all’aperto nelle ore più calde della giornata, tra le 12:30 e le 16:00, continua a crescere per tutelare la salute dei lavoratori esposti a temperature elevate. Il divieto riguarda in particolare i settori dell’edilizia, delle cave, dell’agricoltura e del florovivaismo, soprattutto nei giorni in cui viene segnalato un rischio “alto” di esposizione al calore.
In Lombardia, l’ordinanza entra in vigore dal 2 luglio e durerà fino al 15 settembre. Il provvedimento vieta l’attività lavorativa all’aperto nelle aree edili, cave e aziende agricole solo nelle giornate con rischio alto, indicato su una mappa aggiornata quotidianamente sul sito worklimate.it. Sono escluse le attività urgenti o di pubblica utilità, sempre con le dovute misure di prevenzione.
Anche in Abruzzo è stato stabilito un divieto simile, valido fino al 31 agosto, che interessa cantieri edili, agricoltura e florovivaismo. L’ordinanza, firmata dal governatore Marco Marsilio, ha l’obiettivo di proteggere i lavoratori da un’esposizione prolungata e intensa al sole, limitando le attività fisiche nelle ore più calde del giorno.

In Emilia-Romagna, dal 2 luglio è vietato lavorare all’aperto tra le 12:30 e le 16 in caso di condizioni di caldo estremo o anomalo. Il divieto riguarda i cantieri, l’agricoltura, il florovivaismo e i piazzali della logistica, e resterà in vigore fino al 15 settembre. La regione ha così esteso e anticipato rispetto allo scorso anno le misure di tutela.
Il Veneto ha emanato un decreto con raccomandazioni precise per i datori di lavoro, che devono limitare o evitare le attività nelle ore più calde, favorire rotazioni del personale, garantire una corretta idratazione e sorveglianza sanitaria, e adottare dispositivi di protezione adeguati. L’attenzione è rivolta soprattutto ai lavoratori esposti al sole o in ambienti non climatizzati.
Le misure regionali si basano su indici internazionali riconosciuti come il WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) e il PHS (Predicted Heat Strain), e utilizzano strumenti aggiornati dai portali Agenti Fisici e Worklimate per individuare le fasce orarie più critiche di esposizione al calore.
La Regione Lombardia ha coinvolto Prefetti, sindaci, Ats, Asst, sindacati e associazioni di categoria per assicurare l’adozione delle misure necessarie. L’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, ha sottolineato l’importanza di un lavoro coordinato per monitorare la situazione e garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.
In generale, le Regioni si stanno muovendo per dare seguito al “Patto per il Lavoro e per il Clima”, impegnandosi a proteggere i lavoratori dalle ondate di calore sempre più frequenti e intense, un fenomeno aggravato dai cambiamenti climatici e dalle temperature anomale che stanno caratterizzando l’estate 2025.