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Gaia Pagliuca morta dopo l’anestesia, il padre disperato: “Avevo perso mia moglie, ora lei”

Pubblicato: 01/07/2025 08:47
Vincenzo Pagliuca padre Gaia

Gaia Pagliuca, 23 anni appena compiuti, era una giovane donna solare, piena di sogni e con un futuro luminoso nel mondo della moda. Lo scorso 29 settembre, però, tutto si è interrotto tragicamente: Gaia è morta dopo essere stata sottoposta a una anestesia locale in uno studio dentistico di Bastia Umbra. Nove mesi dopo, suo padre Vincenzo Pagliuca chiede con forza che venga fatta chiarezza sulle circostanze di quella giornata.
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Un padre distrutto: «La mia vita si è fermata lì»

«Gaia era una figlia meravigliosa, generosa, intelligente e curiosa. Amava viaggiare, amava gli animali, soprattutto i cani», ricorda il padre, visibilmente provato dal dolore. «Era la figlia che tutti i papà avrebbero voluto avere». Da quel maledetto giorno, racconta, la sua esistenza è diventata una sopravvivenza: «La mia vita non esiste più. Sopravvivo solo per mio figlio. È come galleggiare a peso morto. Piango ogni giorno da nove mesi, senza desideri, senza gioia. Solo vuoto e tristezza».

Il giorno della tragedia

Vincenzo ha accompagnato personalmente la figlia allo studio dentistico: «Mi sono seduto in sala d’attesa. Dopo un po’ sentivo che Gaia si lamentava, aveva dolore, forse per via dell’anestesia». La situazione si è aggravata in pochi minuti. «Un’assistente mi ha chiamato d’urgenza. Quando sono entrato nella stanza, Gaia era priva di sensi, cianotica, in arresto cardiaco». L’intervento dell’ambulanza, poi dell’elicottero, e la corsa in ospedale non sono bastati a salvarla. «È stato l’inizio di un incubo», dice il padre con voce rotta.

La seconda tragedia in famiglia

La morte di Gaia non è l’unica tragedia vissuta dalla famiglia Pagliuca. Nel 2011, a soli 50 anni, anche la madre della ragazza è deceduta per un male incurabile. Era la vigilia di Natale. Gaia aveva appena dieci anni, il fratello sei. «Crescere due figli da solo non è stato facile, ma l’ho sempre fatto con il cuore. Loro mi hanno sempre chiamato “Super Papà”», ricorda Vincenzo, orgoglioso e allo stesso tempo devastato dal doppio lutto.

L’attesa della verità

Nei mesi successivi al decesso di Gaia, il padre si è affidato all’avvocato Simone Moriconi del foro di Perugia, per ottenere giustizia. «Sono rimasto quasi impotente per mesi, senza il deposito della perizia autoptica non potevo capire le reali cause della morte», spiega. Ora però qualcosa si muove: «Le indagini si stanno indirizzando verso quello che ho sempre pensato: negligenze gravi, forse errori medici, che hanno portato alla morte di mia figlia».

La richiesta di giustizia

Il cuore della battaglia legale è ora in mano alla magistratura. Vincenzo spera che sia fatta giustizia non solo per sua figlia, ma per evitare che simili episodi possano colpire altre famiglie. «Chi ha sbagliato deve pagare. Gaia era una ragazza sanissima, senza patologie, senza vizi, una vita pulita e piena di sogni. Se non fosse entrata in quello studio il 26 settembre, oggi sarebbe ancora con noi».

Un padre che non cerca vendetta, ma giustizia. E che vuole che la morte di sua figlia non sia solo una tragica pagina da archiviare, ma l’inizio di un percorso di verità e responsabilità.

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