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“Non raccontare che gli asini volano”, Bersani contro Giorgia Meloni: accuse gravi

Pubblicato: 02/07/2025 13:40
Bersani Meloni strage Bologna

Alla Festa dell’Unità di Roma, l’intervento di Pier Luigi Bersani ha riportato al centro del dibattito pubblico una delle pagine più drammatiche della storia repubblicana. Durante un incontro pubblico moderato dal giornalista Marco Damilano, l’ex segretario del Partito Democratico ha commentato con forza e passione la recente sentenza della Cassazione che ha confermato l’ergastolo per Paolo Bellini, ex esponente di Avanguardia Nazionale, riconosciuto colpevole di concorso nella strage di Bologna del 2 agosto 1980.
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Una verità giudiziaria attesa da decenni

Nel suo intervento, Damilano ha ricordato l’importanza storica della decisione della Suprema Corte. La condanna definitiva non solo inchioda Bellini alle sue responsabilità, ma certifica anche l’esistenza di una regia occulta dietro l’attentato. La strage di Bologna, costata la vita a 85 persone, è finalmente riconosciuta nella sua interezza: una matrice fascista, con mandanti e finanziatori legati alla P2, ormai deceduti, tra cui Licio Gelli, Umberto Federico D’Amato, Umberto Ortolani e Mario Tedeschi.

“Questa è una verità giudiziaria che non lascia più spazio alle ambiguità”, ha sottolineato Damilano, chiedendo a Bersani quale significato assuma oggi questa sentenza.

“Un’apocalisse senza disordine”: il ricordo di Bersani

Visibilmente commosso, Bersani ha ripercorso le ore immediatamente successive alla strage. All’epoca era da poche settimane assessore ai servizi sociali. “Mi precipitai alla stazione e trovai una scena indimenticabile: ambulanze, autobus trasformati per l’emergenza, e centinaia di bolognesi che, in silenzio, si davano il braccio lasciando passare i feriti. Fu un’apocalisse senza disordine. Una scena possibile solo in una città come Bologna.”

La sua testimonianza personale si è intrecciata al riconoscimento del ruolo centrale giocato dalla città nella difesa della memoria e della giustizia. “Bologna ha resistito per decenni. Ha respinto i depistaggi, ha smascherato chi cercava di attribuire la strage ad altri, ai palestinesi o a piste internazionali. Finalmente, dopo 45 anni, si giunge alla verità.”

Bersani: “La strage è fascista, la P2 tra i mandanti”

La posizione dell’ex ministro è netta: “Quella strage è fascista. Gli esecutori erano neofascisti, i mandanti facevano parte della P2, con la complicità di settori dello Stato. La lapide alla stazione, contestata dalla destra perché recava la scritta ‘strage fascista’, oggi si conferma esatta. Per chi c’era, non c’è mai stato alcun dubbio.”

La sentenza della Cassazione diventa per Bersani un punto di non ritorno, anche sul piano politico. Il suo appello è rivolto direttamente al governo e in particolare a Giorgia Meloni: “Adesso basta con i giri di parole. Cara Meloni, chiama le cose col loro nome: è stata una strage fascista. Non è vero che il fascismo è finito nel 1945. È proseguito, ha agito nell’ombra e ha colpito al cuore la Repubblica. E non li chiamo io fascisti, si chiamano loro così.”

Un appello al rispetto e alla memoria

Bersani ha poi rivolto un invito alla presidente del Consiglio: “Inchinati davanti a quella lapide. Lì ci sono i nomi di 85 morti, tra cui molti bambini, e oltre 220 feriti, alcuni rimasti segnati per tutta la vita. Quel gesto sarebbe un atto di verità e rispetto verso le vittime e le loro famiglie.”

Un pensiero riconoscente è andato anche all’Associazione dei familiari delle vittime, che per oltre quattro decenni ha lavorato con ostinazione, sostenuta da Bologna e dall’Emilia-Romagna. “Un lavoro testardo e controvento, che ha portato alla verità storica e giudiziaria.”

“Una giornata straordinaria”

Bersani ha chiuso il suo intervento con parole cariche di significato: “Oggi è una giornata straordinaria. Per la giustizia, per la democrazia, per chi non ha mai smesso di cercare la verità. È il giorno in cui lo Stato, dopo anni di silenzi, chiama finalmente fascista una strage fascista.”

In un clima politico dove ancora si fatica a fare i conti con il passato, le parole di Bersani arrivano come un monito. E come una richiesta di chiarezza. Perché, come dimostra la sentenza della Cassazione sulla strage di Bologna, la verità non si può più nascondere dietro il silenzio.

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Ultimo Aggiornamento: 02/07/2025 14:12

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