
Il confronto politico in Italia non conosce tregua, soprattutto quando a innescare il dibattito sono i grandi temi della difesa europea, della politica internazionale e delle relazioni con gli Stati Uniti. In un contesto sempre più complesso, dove gli equilibri globali sembrano dipendere da decisioni che travalicano i confini nazionali, si fanno strada opinioni divergenti, visioni opposte e interrogativi urgenti.
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È in questo clima che si è acceso lo scontro andato in onda durante una puntata di “È Sempre Cartabianca”, il programma di approfondimento politico condotto da Bianca Berlinguer, in onda ogni martedì in prima serata su Rete 4. La domanda che ha fatto da miccia alla discussione è tanto provocatoria quanto attuale: l’Europa si sta piegando alle volontà di Donald Trump?
Boldrini contro Meloni: “Supina davanti a Trump”
Al centro dello studio televisivo, a confrontarsi, due figure di spicco del panorama politico italiano: Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico ed ex presidente della Camera, e Claudio Borghi, senatore della Lega. Un duello verbale serrato, che ha avuto al cuore la posizione del governo Meloni in merito all’aumento delle spese militari e al ruolo dell’Italia nell’ambito delle strategie della NATO.
La Boldrini ha attaccato frontalmente la presidente del Consiglio, accusandola di essersi allineata senza riserve alla linea di Donald Trump, pur di mantenere buoni rapporti politici e personali con l’ex presidente degli Stati Uniti. «Aumentare la spesa militare – ha detto – cosa significa? Togliere fondi alle pensioni? Alla sanità? Sarebbe scandaloso. Oppure si mettono nuove tasse? È insostenibile tutto ciò. Bisogna anche contestarlo, Trump. Perché Pedro Sánchez è stato lasciato solo? Perché Meloni non si è spesa per gli interessi degli italiani e delle italiane?»
Una critica netta, che si chiude con un’affermazione dura: «Io temo – ha detto Boldrini – che abbia prevalso l’affiliazione politica per non dispiacere l’alleato, ma ai danni degli italiani».

La replica di Borghi: “Serve pragmatismo, non sfide inutili”
Non si è fatta attendere la replica del senatore Claudio Borghi, che ha ribattuto con toni meno polemici ma altrettanto decisi. Secondo Borghi, la priorità non è ostacolare Trump ma cercare di usare le attuali richieste della NATO per ottenere vantaggi in altri ambiti. «I programmi della NATO sono sempre stati disattesi», ha detto. «Se davanti a queste spese per il riarmo si riesce a cambiare il patto di stabilità, io penso che sia utile per tutti».
Per il senatore della Lega, opporsi frontalmente a Trump sarebbe una mossa politicamente sbagliata. Ha citato come esempio il caso dei dazi imposti nel 2020: «Il vino francese era stato daziato, quello italiano no. Trump può fare quello che vuole. Non mi sembra il caso di contrastarlo e pagarne il prezzo».
Critiche online alla Boldrini: “Nessuno ti ha eletta”
A infiammare ulteriormente il clima del dibattito ci ha pensato il pubblico sui social, in particolare su X (ex Twitter), dove molti utenti hanno espresso dissenso nei confronti dell’ex presidente della Camera. I toni, spesso sarcastici o aggressivi, si sono concentrati su un punto ricorrente: la presunta mancanza di legittimazione elettorale della Boldrini. «Al governo c’è la Meloni e chi è andato a votare l’ha eletta anche per questo», scrive un utente. «Quindi non fare la fenomena, che quando eri tu al governo (senza che nessuno ti avesse eletta) non penso che tu sia stata così brava».
I commenti, in gran parte critici, sembrano riflettere una parte dell’opinione pubblica che guarda con scetticismo alle posizioni espresse dall’area progressista in tema di difesa, relazioni internazionali e soprattutto nei confronti di Meloni e della Lega, che appaiono invece allineati su una strategia più pragmatica nei confronti degli Stati Uniti.
"Trump andava contestato, Meloni non si è spesa per l’interesse degli italiani"
— È sempre Cartabianca (@CartabiancaR4) July 1, 2025
Laura Boldrini è ospite a #ÈsempreCartabianca pic.twitter.com/mjt7VpXpmb
Un tema che spacca l’Italia (e l’Europa)
Il confronto andato in onda da Bianca Berlinguer è solo l’ultima manifestazione di un dibattito che attraversa tutta l’Europa. La pressione della NATO per un aumento delle spese militari ha già messo in difficoltà diversi governi. Il timore è che il ritorno di Trump alla Casa Bianca – eventualità non più remota – possa significare un ulteriore passo indietro della cooperazione multilaterale, costringendo i Paesi europei a farsi carico in autonomia di un riarmo su larga scala.
In Italia, lo scontro si muove lungo due direttrici: da un lato l’urgenza di adeguarsi agli impegni internazionali; dall’altro, la necessità di tutelare i servizi pubblici, come sanità, scuola e previdenza sociale, da eventuali tagli.
Conclusione: una frattura destinata ad allargarsi
La puntata di “È Sempre Cartabianca” ha confermato che il tema delle armi, delle guerre e dei rapporti con Trump non è solo una questione geopolitica, ma una frattura culturale e sociale. La contrapposizione tra chi chiede fermezza e chi predica realismo è destinata ad accentuarsi, soprattutto in vista delle prossime elezioni americane.
Intanto, nel dibattito pubblico italiano, si conferma la tendenza alla polarizzazione. Da una parte chi chiede più coraggio nella difesa degli interessi nazionali, dall’altra chi teme che la subordinazione a Washington possa significare meno diritti e meno servizi per i cittadini. Il tutto, con l’eco sempre più presente di una domanda che continua a inquietare: davvero l’Europa si sta piegando a Trump?