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“Stop al lavoro”. Caldo record in Italia, le ordinanze nelle Regioni: tutte le misure entrate in vigore

Pubblicato: 02/07/2025 13:11
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Con l’arrivo dell’estate e temperature oltre i 36 gradi, le Regioni italiane si stanno mobilitando per tutelare la salute dei lavoratori impiegati in attività all’aperto. Sono già nove le ordinanze anticaldo attualmente in vigore, emanate da Lazio, Umbria, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Toscana, Campania, Sardegna e Puglia. Anche la Lombardia si è recentemente aggiunta all’elenco, con una misura adottata nelle ultime ore.
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Le prime misure nel Lazio, a seguire le altre Regioni

Ad aprire la strada è stata la Regione Lazio, dove il governatore Francesco Rocca ha firmato la prima ordinanza già nel mese di giugno. Il provvedimento, valido fino al 31 agosto, vieta lo svolgimento di lavori all’aperto nei settori considerati più a rischio — cantieri, cave, campi e vivai — nella fascia oraria compresa tra le 12:30 e le 16:00, ovvero nelle ore più calde delle giornate segnalate come critiche.

Questa fascia oraria è stata presa come modello anche da altre amministrazioni regionali, che nelle settimane successive hanno firmato ordinanze simili. Le misure si concentrano sulle attività esterne, dove il rischio di colpo di calore e stress da caldo è elevato, soprattutto per i lavoratori che non possono contare su adeguate aree di ristoro o ombreggiamento.

La Lombardia firma l’ordinanza: in vigore dal 2 luglio

La più recente a muoversi è stata la Regione Lombardia. Il presidente Attilio Fontana ha firmato il provvedimento nella giornata di martedì, rendendolo operativo a partire da oggi, 2 luglio, fino al 15 settembre. Anche in questo caso, il divieto riguarda le stesse fasce orarie previste dal Lazio e punta a ridurre il rischio per i lavoratori esposti al sole nelle ore centrali della giornata.

L’adozione di misure coordinate in diverse parti d’Italia evidenzia come l’ondata di calore stia avendo un impatto sempre più uniforme lungo la penisola. La questione non è più confinata solo al Sud: il caldo estremo si fa sentire anche nelle regioni del Nord, dove fino a pochi anni fa tali misure erano ritenute meno urgenti.

Le raccomandazioni per le aziende e le sanzioni previste

Le ordinanze non si limitano allo stop temporaneo delle attività all’aperto. Tra le raccomandazioni principali figurano:

  • la revisione degli orari di lavoro, per evitare le ore più calde;
  • l’aumento delle pause in zone ombreggiate o climatizzate;
  • una maggiore distribuzione di acqua potabile ai lavoratori;
  • la riorganizzazione dei turni, con interruzioni frequenti.

Tutte le date considerate da “bollino rosso” sono indicate sul sito ufficiale worklimate.it, strumento di riferimento per monitorare i rischi legati al caldo per i lavoratori.

Per le imprese che non rispettano le disposizioni, sono previste sanzioni amministrative che arrivano fino a 206 euro di ammenda, con l’aggiunta della possibilità di arresto fino a tre mesi nei casi più gravi. Una stretta che mira a responsabilizzare le aziende nel rispetto delle condizioni di sicurezza durante le emergenze climatiche.

Le richieste dei sindacati e le iniziative dei comuni

A spingere per l’adozione delle ordinanze sono stati in prima linea anche i sindacati, che da giorni sollecitavano l’intervento delle Regioni. Ora che i provvedimenti sono in vigore, chiedono però un ulteriore passo avanti: «Serve un’integrazione a livello nazionale con strumenti concreti di sostegno al reddito per chi è costretto a sospendere l’attività lavorativa a causa del caldo».

Nel frattempo, anche alcune amministrazioni comunali stanno agendo in autonomia. Il Comune di Genova, ad esempio, ha adottato una misura a tutela degli over 70, incentivandoli a spostarsi solo nelle ore meno calde e offrendo accesso gratuito ai mezzi pubblici a partire dalle 7:30 del mattino.

Queste iniziative, locali ma diffuse, confermano la crescente attenzione delle istituzioni verso i rischi legati ai cambiamenti climatici, in particolare per i soggetti più vulnerabili. La sfida, ora, sarà garantire l’effettiva applicazione delle misure, tutelando la salute senza compromettere il diritto al lavoro.

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Ultimo Aggiornamento: 02/07/2025 14:34

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