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Fine vita, arriva l’ok dal centrodestra: tutte le novità del nuovo testo

Pubblicato: 02/07/2025 12:14

È pronto ad arrivare in aula il primo disegno di legge sul fine vita, a sei anni dalla sentenza della Corte di Cassazione che sollecitava un intervento normativo. Il ddl, approvato da tutta la maggioranza e respinto dalle opposizioni nelle commissioni Giustizia e Sanità, approderà al Senato il 17 luglio, dopo un periodo di nove giorni in cui sarà possibile presentare emendamenti. Rispetto alle prime bozze, ci sono state correzioni che sembrano smorzare le posizioni iniziali del centrodestra. Tuttavia, restano critiche alcune scelte, come i tempi lunghi per l’approvazione delle richieste e l’esclusione del Sistema sanitario nazionale da tutte le procedure legate al suicidio assistito.

Il ddl ribadisce la tutela della vita e introduce un monitoraggio sulle cure palliative. Il testo, presentato dal relatore Pierantonio Zanettin di Forza Italia, è strutturato in quattro articoli. Il primo riafferma che «la Repubblica assicura la tutela della vita di tutti i cittadini», mentre il terzo incarica Agenas, l’Agenzia sanitaria nazionale delle Regioni, di istituire un osservatorio nazionale per vigilare sull’erogazione delle cure palliative, funzione che in realtà già svolge oggi.

I nodi principali si trovano negli articoli 2 e 4 del ddl, intitolato «Disposizioni esecutive della sentenza della Corte Costituzionale del 22 novembre 2019, n.242». Anche se si cita la storica sentenza, alcuni elementi indicati dalla Consulta non sono stati pienamente recepiti. In particolare, l’articolo 2 modifica il codice penale, stabilendo la non punibilità per chi aiuta una persona malata nel suicidio assistito, ma con nuovi vincoli.

Membri dell’associazione ëíLuca Coscioniíí all’esterno del palazzo della Corte di Cassazione per depositare le firme per il referendum sullíeutanasia legale, Roma 8 ottobre 2021. ANSA/FABIO FRUSTACI

La Corte Costituzionale aveva fissato quattro condizioni per rendere legittimo il suicidio assistito: malattia irreversibile, sofferenze insopportabili, capacità di intendere e volere, e dipendenza da trattamenti vitali. Il nuovo ddl aggiunge una quinta condizione: essere inseriti in un percorso di cure palliative. Inoltre, nel testo si parla solo di trattamenti «sostitutivi di funzioni vitali» (come i macchinari), escludendo quelli farmacologici, che invece la Consulta aveva espressamente incluso.

L’articolo 4 introduce un Comitato nazionale di valutazione, destinato a sostituire i comitati locali come filtro per le richieste. Sarà composto da sette membri: un giurista, un bioeticista, un anestesista-rianimatore, un medico palliativista, uno psichiatra, uno psicologo e un infermiere. I membri saranno nominati con decreto del presidente del Consiglio e resteranno in carica per cinque anni, rinnovabili fino a un massimo di due mandati.

Il Comitato nazionale avrà 60 giorni di tempo per esaminare le domande, prorogabili di altri 30 giorni nei casi più complessi, durante i quali potrà richiedere pareri specialistici. Se la richiesta viene respinta, sarà possibile ripresentarla dopo 180 giorni, riducendo sensibilmente l’attuale attesa di quattro anni.

Restano critiche da parte delle opposizioni e delle associazioni per il diritto alla scelta, secondo cui il testo rappresenta un compromesso al ribasso e non garantisce un accesso equo e dignitoso alla procedura. Inoltre, la mancanza del coinvolgimento del SSN rischia di rendere difficile per molti ottenere l’assistenza necessaria.

In attesa del dibattito parlamentare, la Regione Toscana resta l’unica ad aver varato una norma autonoma sul suicidio assistito, creando un precedente che mette in evidenza la necessità di una legge nazionale chiara e condivisa, che risponda ai bisogni delle persone e rispetti i dettami costituzionali.

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Ultimo Aggiornamento: 02/07/2025 14:35

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