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Francesca uccisa dal marito a colpi di martello: è arrivata la sentenza dopo l’orrore

Pubblicato: 02/07/2025 13:30

Ergastolo e un anno di isolamento diurno: è questa la sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Cagliari nei confronti di Igor Sollai, il camionista 43enne che ha confessato l’omicidio della moglie, Francesca Deidda, 42 anni. Nessuna dichiarazione spontanea da parte dell’uomo in aula, che ha ascoltato in silenzio la lettura del verdetto pronunciato dalla presidente Lucia Perra.

L’omicidio risale al 10 maggio 2023, avvenuto all’interno della casa di San Sperate in cui la coppia viveva. In quel giorno, Francesca è stata colpita otto volte alla testa con un martello, mentre era sdraiata sul divano. Dopo il brutale gesto, l’uomo ha cercato di cancellare ogni traccia del crimine: ha messo in vendita il divano online e ha nascosto il corpo della moglie in un borsone nero da palestra, abbandonato lungo la statale.

Il corpo della donna è stato rinvenuto solo il 18 luglio, grazie a giorni di ricerche supportate da unità cinofile. Per mesi, Igor Sollai aveva negato ogni coinvolgimento, mantenendo una versione dei fatti che lo scagionava. È stato soltanto a novembre che ha confessato il delitto durante un lungo interrogatorio notturno, ponendo fine a un mese di bugie.

I giudici hanno deciso di accogliere la richiesta del pubblico ministero Marco Cocco, che aveva descritto l’omicidio come un atto efferato, sottolineando la crudeltà e la determinazione con cui la donna era stata uccisa. Una violenza non impulsiva, ma maturata in un contesto di freddezza e calcolo.

La difesa di Sollai, rappresentata dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, aveva cercato di ottenere il riconoscimento delle attenuanti generiche, facendo leva sulla collaborazione prestata durante la fase processuale e sulla documentazione consegnata dallo stesso imputato. I legali hanno anche escluso la premeditazione, cercando di contenere la responsabilità dell’uomo.

Le parti civili, tra cui il fratello della vittima, Andrea Deidda, e vari zii e zie materne, erano rappresentate dagli avvocati Gianfranco Piscitelli, Roberto Pusceddu, Elisabetta Magrini e Pamela Piras. Tutti hanno condiviso in pieno le conclusioni del pubblico ministero, avanzando una richiesta di risarcimento pari a 1,4 milioni di euro: 500mila euro al fratello e 300mila euro a ciascun zio.

Il caso di Francesca Deidda ha profondamente scosso l’opinione pubblica, diventando uno dei simboli più recenti della piaga dei femminicidi in Italia. Con questa sentenza, la giustizia riconosce la gravità dell’atto commesso e ribadisce la necessità di tutelare le vittime di violenza domestica, ricordando che dietro ogni numero c’è una vita spezzata e un’intera famiglia devastata.

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