
I banchi erano pronti, le educatrici avevano pianificato giochi e laboratori, e i bambini della scuola dell’infanzia “Coccinella” erano già entrati nello spirito dell’estate. Ma a sconvolgere la routine del centro estivo a Garbatella è arrivato un annuncio improvviso: l’edificio verrà trasformato, dall’11 luglio, nel set della settima stagione de I Cesaroni, la celebre serie ambientata proprio tra i lotti del quartiere romano. Una notizia che ha colto di sorpresa le famiglie, già alle prese con la gestione dei figli in una città arroventata dal caldo.
Il disagio è concreto: i bambini iscritti al centro estivo saranno trasferiti in un’altra struttura, la materna “Girasole colorato”, a 750 metri di distanza. Un tragitto da affrontare ogni giorno a piedi, sotto il sole estivo, per quasi 15 giorni. Le proteste sono esplose non appena l’associazione Sportlab, che gestisce il servizio, ha comunicato l’impossibilità di proseguire le attività presso la scuola “Coccinella”, in piazza Damiano Sauli.

Il motivo? La zona verrà occupata da gru, bracci meccanici e altre attrezzature cinematografiche, ritenute potenzialmente pericolose per i bambini. Eppure, come lamentano i genitori, il centro estivo era stato autorizzato già da maggio e nessuno aveva parlato di interferenze con produzioni televisive. «Sono furiosa – dice una madre – come si può comunicare una cosa simile a giochi già iniziati? È un problema organizzativo che si poteva evitare».
Anche la politica locale si è espressa. La consigliera municipale Simonetta Novi ha criticato duramente la gestione della vicenda: «Si potevano aspettare i primi di agosto, evitando così di costringere i bambini a spostamenti inutili durante uno dei periodi più caldi dell’anno». La polemica, però, si intreccia anche con le proteste di marzo, quando la troupe della serie aveva occupato numerosi parcheggi pubblici, creando disagi agli abitanti.
Nel quartiere simbolo del popolo romano, dove le storie de I Cesaroni hanno sempre trovato casa, ora il set divide. E il fascino del piccolo schermo rischia di lasciare l’amaro in bocca a chi, ogni giorno, fa i conti con la realtà.