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Scomparsi nel nulla da giorni e ricoperti di insulti: follia in Italia, la rabbia delle famiglie

Pubblicato: 02/07/2025 09:56

Proseguono senza sosta le ricerche in mare dei tre dispersi nel golfo di Taranto, scomparsi da domenica scorsa. L’unico corpo finora recuperato è quello di Claudio Donnaloia, mentre degli altri tre uomini a bordo della piccola imbarcazione – Pasquale Donnaloia, Antonio Dell’Amura e Domenico Lanzolla – non si hanno ancora notizie. L’unico reperto individuato fino a ieri sera è stato un divanetto bianco, compatibile con quello presente sul natante, ma la sua origine non è ancora stata confermata.

Intanto la Procura di Taranto, con il pubblico ministero Remo Epifani, ha aperto un fascicolo d’indagine per fare chiarezza su quanto accaduto. L’obiettivo è ricostruire con precisione le dinamiche dell’incidente e capire se si sia trattato di una tragica fatalità o di una sottovalutazione delle condizioni marine in quel momento.

Il dramma delle famiglie è reso ancora più difficile da affrontare a causa delle accuse e polemiche esplose sui social. In molti hanno criticato la scelta dei quattro uomini, appassionati di pesca, di uscire in mare in presenza di vento forte di tramontana e onde alte oltre tre metri, proprio oltre le isole Cheradi.

A rispondere a queste critiche è una delle figlie di Claudio Donnaloia, con parole cariche di dolore e rabbia: «Tutti esperti, tutti lupi di mare, tutti pronti a sparare sentenze… Senza empatia, senza rispetto. Mio padre amava la vita. E ora non c’è più». Il suo sfogo, condiviso sui social, è diventato il simbolo del disagio vissuto dalle famiglie in queste ore di disperazione.

Anche la Protezione Civile Era Magna Grecia, a cui Claudio Donnaloia era iscritto come volontario, è intervenuta con un messaggio duro ma lucido: «Non è tempo di processi né patiboli. È il momento del silenzio, del lutto, del rispetto». Un appello che richiama all’umanità, in un momento segnato dalla tragedia.

Il gruppo ha risposto con parole nette a chi ha giudicato l’episodio con superficialità: «Sì, è stata una leggerezza. Ma lo sappiamo noi per primi. Claudio non era un irresponsabile, era un uomo generoso, pieno di vita. I commenti pieni d’odio e presunzione che stiamo leggendo sono intollerabili. Vergognatevi».

Sul fronte investigativo, si fa strada l’ipotesi di un’avaria improvvisa al motore, che avrebbe lasciato l’imbarcazione di sette metri alla mercé delle onde, impedendo ai passeggeri di lanciare l’allarme. Un affondamento rapido, forse innescato anche da un improvviso imbarco d’acqua, potrebbe spiegare l’assenza di segnalazioni o richieste d’aiuto.

La barca risulta ancora dispersa, e se davvero è affondata nella zona centrale del golfo, potrebbe trovarsi a una profondità compresa tra i 500 e i mille metri, rendendo quasi impossibile il recupero. Il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, ha espresso la sua vicinanza alle famiglie e ha chiesto rispetto e silenzio: “Siamo tutti colpiti da questa tragedia, la città intera si stringe attorno ai parenti”.

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