
Il rombo degli aerei è solo un’eco lontana, ma a Sigonella già si respira aria di futuro. Le strutture si preparano, gli hangar si svuotano per fare spazio a una nuova stagione. Non una qualunque: sarà qui, nel cuore del Mediterraneo, che l’Italia addestrerà per la prima volta piloti di F-35 al di fuori degli Stati Uniti. Un primato europeo, un cambio di passo nella strategia militare e industriale del Paese.
Un tecnico della base, che chiede di restare anonimo, guarda in silenzio la pista: “È come se ci stessimo rialzando un centimetro alla volta, ma con le ali”. Parole che raccontano meglio di molti comunicati il significato profondo di questa operazione: l’Italia si assume un ruolo da protagonista nella geopolitica dell’aviazione militare, ma con un occhio ben puntato anche su innovazione e sviluppo economico.
Durante una cerimonia alla base di Decimomannu, in Sardegna, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato che la Sicilia diventerà il primo luogo fuori dagli Stati Uniti dove saranno addestrati i piloti degli F-35. Un traguardo definito “storico” e “strategico” per il nostro Paese.

Le parole di Crosetto
“Siamo l’unico Paese al mondo dove si assemblano gli F-35, a Cameri, e ora saremo anche il primo a formare i piloti fuori dall’America“, ha dichiarato Crosetto. Un investimento che va oltre l’ambito militare: “La difesa – ha spiegato – può diventare un motore sociale, economico e di innovazione tecnologica”.
Nel suo intervento, Crosetto ha ribadito il valore centrale del settore per l’equilibrio del Paese: “Serve una difesa forte per garantire pace e sicurezza. Non c’è democrazia senza sicurezza, non ci sono ospedali senza una difesa solida”. Il ministro ha poi citato Leonardo e Fincantieri come simboli di un’Italia capace di coniugare industria strategica e capacità di creare occupazione e crescita.
La scelta della Sicilia – ancora non è ufficiale la base, ma si punta su Sigonella – rappresenta un tassello fondamentale anche per l’Alleanza Atlantica, che vede nell’Italia un partner sempre più affidabile sul fianco Sud dell’Europa. L’addestramento dei piloti rafforzerà la cooperazione internazionale e aprirà nuove vie per le collaborazioni industriali e tecnologiche.
Un passo avanti, sotto ogni punto di vista. E stavolta con le ali spiegate.