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“Voglio dare una mano”. Matteo Renzi annuncia la svolta: il futuro dell’ex premier

Pubblicato: 02/07/2025 07:29

“Le famiglie stanno peggio, altro che ripresa”. Non usa mezzi termini il senatore di Italia Viva, Matteo Renzi, che in un’intervista rilasciata a la Stampa punta il dito contro il governo Meloni, accusato di sbandierare dati “truccati” mentre la vita reale degli italiani si fa ogni giorno più difficile. A far discutere, l’ultimo rilevamento Istat sulla pressione fiscale, che segna un nuovo incremento nel primo trimestre 2025.

«La pressione fiscale continua a salire – attacca Renzi – ed è una tendenza ormai strutturale. La premier si vanta che ci siano più contribuenti? Bene, ma sappia che il merito è delle riforme del 2015, come la fatturazione elettronica e la dichiarazione precompilata, che allora lei osteggiava. In un Paese sano le tasse non aumentano ogni anno. I dati parlano chiaro: le famiglie italiane sono più povere rispetto a dieci anni fa».

Nonostante l’aumento dell’inflazione, il governo esulta per una presunta crescita del potere d’acquisto. Ma Renzi smentisce: «Rispetto al 2022, quando Meloni è arrivata a Palazzo Chigi, non c’è stato alcun miglioramento reale. Anzi, le priorità di spesa del governo sono fuori rotta: soldi al CNEL, a Palazzo Chigi, ai bonus ministeriali, mentre si aumenta l’IVA sui pannolini e la si taglia per le opere d’arte. Questa sarebbe politica per il ceto medio?».

Il leader di Italia Viva indica le famiglie, gli operai e i giovani come i grandi dimenticati delle politiche attuali. E rilancia le sue proposte partendo da un tema concreto: la casa. «Oggi affittare a Milano o Torino è un incubo per uno studente. Noi avevamo eliminato l’IMU sulla prima casa e introdotto il bonus da 80 euro netti al mese: non era la cuccagna, ma almeno si aiutava il ceto medio. Oggi invece si moltiplicano segretarie e consulenti, mentre 200 mila italiani sono emigrati nel solo 2024».

Altro nodo critico: la produttività. Il tasso di occupazione è in crescita, ma i salari italiani restano tra i più bassi d’Europa. «La colpa è di un sistema bloccato da tasse e burocrazia – afferma Renzi –. Quando lanciammo Industria 4.0, le imprese risposero con entusiasmo. Bisognerebbe detassare completamente tutto ciò che un imprenditore decide di condividere con i suoi dipendenti: così si rilancia davvero la produttività».

Nel panorama politico, Renzi guarda con interesse ai movimenti in corso nel campo progressista. «Serve una proposta unitaria che parli al ceto medio, non una somma di slogan. La sinistra ha il dovere di battersi per i diritti civili, certo, ma la vera sfida è dare risposte concrete su lavoro, salari e costo della vita. Questo governo è solo chiacchiere e propaganda, ma può essere sconfitto solo con idee, non con ideologie».

Un appuntamento chiave sarà il 5 luglio a Genova, dove si terrà l’assemblea nazionale di Italia Viva. Renzi la presenta come un’occasione per far ripartire una visione riformista, «senza veti e senza egoismi». E aggiunge: «Il nostro obiettivo è costruire una tenda riformista, tornare alle feste dell’Unità, parlare con chi è rimasto ai margini e allargare il campo del centrosinistra».

In conclusione, Renzi lancia la sfida: «Se nasce una coalizione riformista che guarda a sinistra ma rifiuta le rigidità ideologiche, possiamo replicare il risultato del Terzo Polo. E se ciò accadrà, Meloni può perdere le elezioni. Forse è per questo che ha tanta fretta di cambiare la legge elettorale». Una nuova stagione potrebbe davvero cominciare da Genova.

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