
È con il cuore gonfio di dolore, ma anche di ammirazione, che la comunità di Reggio Emilia si stringe nel ricordo di Giovanni Iotti, un diciannovenne la cui breve esistenza è stata un inno alla vita, nonostante il fardello di una lunga malattia iniziata nel 2021.
Giovanni è svanito lunedì 30 giugno, lasciando dietro di sé un’eredità di coraggio, saggezza e un messaggio potentissimo che risuona come un testamento spirituale per tutti noi.
Un testamento di vita in pieno dolore
Consapevole delle sue condizioni, Giovanni, con una lucidità e una maturità sorprendenti per la sua giovane età, ha voluto lasciare ai suoi genitori, Paolo e Paola, un messaggio che trascende il dolore e si trasforma in una guida per affrontare l’esistenza. Scritte lo scorso maggio, queste parole sono state un dono prezioso, distribuito durante la funzione funebre di mercoledì 2 luglio nella chiesa di Sant’Anselmo, affinché tutti potessero conoscerne l’essenza.
Il suo “testamento” è un monito cristallino: «Abbiate la massima cura di queste cose: salute mentale, salute fisica e, soprattutto, affetti. Tutto il resto è superficiale. La mia malattia non mi ha mai fermato dal vivere a pieno, e voglio che sia così anche per voi, in ogni ostacolo che dovrete affrontare». In queste poche righe si condensa una filosofia di vita che pochi adulti riescono a raggiungere: la consapevolezza che ciò che conta davvero risiede nella cura di sé e delle proprie relazioni, e che persino la malattia più crudele non dovrebbe mai spegnere la fiamma della piena esistenza.
Una vita vissuta senza soste
Nonostante il difficile e logorante percorso di cure, Giovanni non si è mai arreso. La sua determinazione e la sua sete di vita lo hanno spinto a raggiungere traguardi significativi fino agli ultimi giorni. Ha ottenuto il diploma con l’eccezionale votazione di cento il 28 giugno, appena due giorni prima della sua scomparsa, un simbolo della sua resilienza e della sua volontà incrollabile. Parallelamente, ha continuato a frequentare con assiduità la parrocchia di Sant’Anselmo, un luogo che per lui rappresentava non solo un punto di riferimento spirituale, ma anche un ambiente di condivisione e gioia.
Il cordoglio di una città e l’esempio per tutti
La scomparsa di Giovanni ha lasciato un vuoto incolmabile, ma anche un’eco profonda nella comunità di Reggio Emilia. Il sindaco, Marco Massari, ha voluto esprimere il suo cordoglio durante la cerimonia funebre, riconoscendo la straordinaria maturità del ragazzo. «Giovanni era un ragazzo di rara maturità, intelligente, capace di guardare con profondità alla propria condizione, lasciando a tutti noi un insegnamento prezioso sul senso della vita, della speranza e della condivisione», ha dichiarato il primo cittadino, condividendo poi il suo messaggio sui social, per estendere questa riflessione a un pubblico più ampio.
Giovanni ha lasciato un segno indelebile non solo nella sua famiglia, ma anche tra i ragazzi della sua parrocchia, con cui condivideva un profondo impegno e una contagiosa gioia di vivere. I suoi amici del Liceo Scientifico Spallanzani, dove ha brillato per i suoi eccellenti risultati, i suoi insegnanti e tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo porteranno per sempre nel cuore il suo ricordo. In questo momento di dolore, il sindaco Massari ha espresso, a nome personale e dell’intera città, la più sentita vicinanza alla famiglia Iotti, testimoniando il profondo impatto che Giovanni ha avuto sulla sua comunità.
La lezione di un ex insegnante: “Sei tu ad averci dato tanto”
Commovente è anche il ricordo di Manuela Fiorini, una sua ex insegnante, che in un post su Facebook ha condiviso un tributo toccante. «Ti ho avuto come allievo in un momento della mia vita devastante e tu, con una forza mai vista, hai affrontato la scuola con determinazione. Ci hai insegnato che si può affrontare tutto. Erano gli anni del Covid. Non hai mai saltato una lezione seppure da remoto e sei stato presente nel vero senso della parola. Sei tu che ci hai insegnato tanto, Giovanni. E non era il momento. Avresti dovuto spendere la tua gioventù in ben altro modo. Ti mando un abbraccio e mi stringo insieme a chi ha avuto la possibilità di conoscerti in questo dolore».
Le parole di Manuela Fiorini sottolineano non solo l’impegno accademico di Giovanni, ma anche la sua capacità di essere un faro di speranza e determinazione, persino in un periodo difficile come quello della pandemia. È lui, il giovane allievo, ad aver insegnato una lezione di vita preziosa alla sua insegnante, ribaltando la tradizionale dinamica del rapporto tra maestro e discepolo. Il suo esempio ci ricorda che la vera forza risiede nella capacità di non arrendersi, di essere presenti e di abbracciare la vita in ogni sua sfumatura, nonostante le avversità.
La storia di Giovanni Iotti non è solo un racconto di dolore per una perdita prematura, ma è soprattutto un inno alla vita, un promemoria potente che, anche di fronte alla sofferenza più grande, la dignità e la gioia di vivere possono e devono essere coltivate. Il suo messaggio resterà scolpito nei cuori di chi lo ha amato e conosciuto, un’eredità eterna che continuerà a ispirare e a guidare.