
Aveva fatto discutere l’introduzione del “bonus caldo” da parte di Glovo, pensato per compensare i rider impegnati nelle consegne durante le giornate con temperature estreme. Ma a meno di 24 ore dall’annuncio, la piattaforma ha sospeso la misura, accogliendo le richieste dei sindacati e avviando un confronto per rivedere il provvedimento.
L’incontro con i sindacati: confronto riaperto
A comunicare la retromarcia è stata Silvia Casini, segretaria nazionale della Felsa Cisl, dopo l’incontro con le piattaforme Glovo e Deliveroo: “Su nostra esplicita richiesta, Glovo ha deciso di sospendere le misure annunciate sui contributi per il caldo, per revisionarle all’interno di un tavolo sindacale che proseguirà nei prossimi giorni”.
“È fondamentale che i rider possano scegliere se lavorare, ma che lo facciano in assoluta sicurezza». Anche Deliveroo, ha aggiunto Casini, ha espresso disponibilità al dialogo, incluse le ordinanze regionali e il protocollo sulle emergenze climatiche.
La difesa dell’azienda: “Bonus non è un incentivo”
Glovo, nel tentativo di contenere le critiche, aveva precisato in una nota che il bonus «non rappresenta un incentivo alla prestazione, ma una misura compensativa». L’azienda ha ribadito che il modello attuale garantisce massima libertà di scelta ai rider, anche in condizioni meteorologiche difficili, e che il bonus – automatico – si attiva solo oltre soglie specifiche:
- +2% tra 32°C e 36°C
- +4% tra 36°C e 40°C
- +8% oltre i 40°C
Ma il messaggio era stato mal recepito da una parte dell’opinione pubblica e da molti lavoratori, che lo avevano letto come un invito implicito a pedalare anche sotto il sole cocente.

La questione sicurezza resta centrale
Glovo ha anche ricordato che dal 2023 fornisce ai rider acqua, sali minerali, crema solare e strumenti digitali per monitorare il meteo in tempo reale. L’obiettivo dichiarato è rafforzare le tutele e «contribuire a una regolamentazione chiara e condivisa» per garantire stabilità e sicurezza al settore.
La questione rimane aperta, e il “bonus della discordia” ha evidenziato ancora una volta la delicatezza del tema lavoro-sicurezza, soprattutto nel contesto del cambiamento climatico, dove il diritto al riposo e alla tutela della salute dei lavoratori non può essere monetizzato a colpi di percentuali.