
In un contesto politico ed economico già carico di tensioni, un’inchiesta giudiziaria di vaste proporzioni travolge una delle figure di spicco dell’imprenditoria salentina e lambisce i vertici dell’amministrazione regionale pugliese. Una vicenda che, al di là dei nomi coinvolti, solleva interrogativi pesanti sul sistema degli appalti pubblici, sulle dinamiche dei finanziamenti agevolati e sul confine sempre più sottile tra attività istituzionale e interessi privati. La giustizia sta ora facendo il suo corso, ma le ripercussioni si annunciano profonde, a partire dal fronte politico, già in fibrillazione per le imminenti elezioni regionali.
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In questo scenario, tra interrogatori, dimissioni e provvedimenti cautelari, prende corpo il sospetto di una presunta associazione per delinquere finalizzata a manipolare gare pubbliche e a ottenere illecitamente fondi statali. Un meccanismo, secondo l’accusa, articolato e strutturato, che avrebbe utilizzato come strumento i Pia (Programmi integrati di agevolazione), ossia una delle principali linee di sostegno pubblico allo sviluppo economico in Puglia.

Arrestato Alfredo Barone, coinvolto anche Alessandro Delli Noci
Al centro dell’indagine coordinata dalla Procura di Lecce c’è l’imprenditore salentino Alfredo Barone, ritenuto l’organizzatore del presunto sistema corruttivo. Per lui è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Secondo l’accusa, avrebbe agito in concorso con altri soggetti, tra cui anche Alessandro Delli Noci, ex assessore regionale allo Sviluppo economico. Per quest’ultimo, tuttavia, non è stata adottata alcuna misura cautelare, nonostante la richiesta di arresti domiciliari avanzata dai pubblici ministeri Massimiliano Carducci e Alessandro Prontera.
L’indagine, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Lecce, guidato dal colonnello Giulio Leo, ha coinvolto numerosi soggetti con ruoli chiave nel panorama imprenditoriale e amministrativo regionale. Tra questi, anche l’imprenditore Marino Congedo, per cui sono stati disposti gli arresti domiciliari, così come per l’ingegnere barese Maurizio Laforgia, figlio di Domenico Laforgia, già rettore di UniSalento ed ex dirigente del dipartimento regionale allo Sviluppo economico.
Indagati funzionari comunali e collaboratori
Oltre agli arresti, il giudice Angelo Zizzari ha disposto misure interdittive per altri quattro indagati, tra cui la segretaria di Barone, Italia Santoro, e due funzionari del Comune di Lecce, Nicola Capone e Angelo Mazzotta. Tutti sono accusati a vario titolo di aver partecipato a un sistema finalizzato alla corruzione, turbativa d’asta e frode nei finanziamenti pubblici. In tutto, sono undici le persone ascoltate nel corso degli interrogatori preventivi effettuati meno di un mese fa, dai quali è scaturita la decisione sulle misure cautelari.
I magistrati ritengono che l’associazione abbia manipolato i meccanismi di erogazione dei fondi pubblici tramite i Pia, alterando bandi e procedure a favore di imprese riconducibili agli indagati. Un sistema che, se confermato, getterebbe ombre pesanti sull’intero impianto di sviluppo regionale e sugli strumenti pubblici utilizzati per favorire l’economia locale.

Delli Noci si dimette, ma dichiara la propria estraneità
Travolto dall’inchiesta, Delli Noci ha rassegnato le dimissioni dalla carica di assessore, affiancato dagli avvocati Luigi Covella e Giuseppe Fornari, e ha ribadito anche davanti al giudice la propria estraneità ai fatti contestati. Una mossa arrivata nel momento di massima esposizione politica per l’assessore, da tempo indicato come possibile candidato alla presidenza della Regione per la coalizione di centrosinistra.
Il governatore Michele Emiliano, che in passato gli aveva affidato un ruolo strategico come coordinatore di Con, il movimento politico creato in vista delle regionali, ha più volte espresso fiducia nei confronti di Delli Noci. Ma la pressione dell’inchiesta potrebbe ora modificare gli equilibri interni alla coalizione, soprattutto considerando che il suo nome era tra i più accreditati per la candidatura alla presidenza, insieme a quello dell’ex sindaco di Bari ed europarlamentare Antonio Decaro.
Ombre sui finanziamenti pubblici in vista delle regionali
Mentre la magistratura prosegue il suo lavoro, l’inchiesta potrebbe avere un impatto devastante sul piano politico e istituzionale. I Programmi integrati di agevolazione, da strumento per promuovere la crescita e l’innovazione, si ritrovano ora al centro di una presunta rete di interessi illeciti. Se le accuse saranno confermate, emergerà un quadro allarmante sull’utilizzo distorto dei fondi pubblici.
Con le elezioni regionali ormai alle porte, la vicenda potrebbe riscrivere scenari e alleanze. In attesa di ulteriori sviluppi, restano le domande su quanto profondo e radicato fosse il sistema che le indagini stanno portando alla luce. E, soprattutto, su quanto questo terremoto giudiziario potrà influenzare il futuro della Puglia.