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“Purtroppo è lui”. Domenico era disperso da giorni: il drammatico annuncio dei ricercatori

Pubblicato: 03/07/2025 12:40

I soccorritori hanno recuperato il corpo senza vita di Domenico Lanzolla, uno dei quattro amici dispersi in mare dopo il naufragio avvenuto domenica scorsa nel Golfo di Taranto, al largo della Puglia. Lanzolla, 60 anni, è il secondo dei naufraghi ritrovati morto: il primo era stato Claudio Donnaloia, il più anziano del gruppo, il cui corpo era stato rinvenuto lunedì.

Lanzolla e gli altri tre amici erano partiti all’alba di domenica dal Molo Santa Lucia, diretti verso l’isola di San Pietro per una battuta di pesca sportiva. Le condizioni meteo però sono peggiorate rapidamente e la barca, una semicabinata di sei metri, è stata sorpresa da una tempesta improvvisa.

Il cadavere del 60enne, il più giovane tra i quattro, è stato ritrovato tra il tardo pomeriggio e la sera di martedì 2 luglio da una motovedetta della Guardia Costiera. Il corpo è stato individuato nella stessa zona in cui era stato trovato Claudio Donnaloia, insieme a detriti e a un pezzo di divanetto riconducibili alla barca.

La salma di Lanzolla è stata trasportata a terra e portata all’obitorio dell’ospedale SS. Annunziata di Taranto, dove è avvenuto il riconoscimento ufficiale da parte dei suoi familiari, visibilmente provati dal dolore.

Le ricerche degli altri due dispersi, Antonio Dell’Amura (61 anni) e Pasquale Donnaloia (67 anni), fratello di Claudio, proseguono senza sosta. Pasquale si era unito all’escursione all’ultimo momento, mentre Claudio aveva pubblicato un post su Facebook alle 7 di domenica mattina: da quel momento in poi, nessuna notizia.

I soccorsi sono coordinati dalla Direzione Marittima di Bari e vedono coinvolte numerose forze: unità navali e aeree della Guardia Costiera, della Marina Militare, dell’Aeronautica Militare e i sommozzatori dei Vigili del Fuoco.

Da oggi entrerà in azione anche un’unità specialistica dei Vigili del Fuoco proveniente da Roma, equipaggiata con il sofisticato side scan sonar: una tecnologia in grado di creare immagini dettagliate del fondale e localizzare oggetti sommersi o fonti sonore.

L’obiettivo è individuare il relitto dell’imbarcazione e recuperare eventuali altri corpi. I familiari delle vittime, presenti da giorni nella zona, chiedono verità e risposte su quanto accaduto, mentre cresce anche il dibattito sulle scelte dei quattro amici, usciti in mare nonostante le previsioni meteo avverse.

Il caso ha sollevato polemiche anche sui social network, dove alcuni utenti hanno criticato la decisione di prendere il largo. Ma chi li conosce li descrive come esperti di pesca, e sottolinea come tutto sia avvenuto in maniera improvvisa e tragica, lasciando un’intera comunità sotto shock.

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