
Le escursioni in alta quota, pur rappresentando per molti un momento di connessione con la natura e di sfida personale, comportano rischi che talvolta si trasformano in vere e proprie tragedie. Anche una giornata serena in montagna può cambiare volto in un attimo, lasciando dietro di sé dolore e interrogativi ancora senza risposta.
Un nuovo episodio ha scosso la comunità alpina, aggiungendosi alla lunga lista di incidenti che ogni anno si verificano sulle cime italiane, nonostante la preparazione e l’esperienza di molti appassionati di montagna.
Chi è la vittima
Paolo Rovea, originario di Mondovì e laureato in Medicina presso l’Università di Torino, aveva conseguito una specializzazione in Oncologia e Radioterapia oncologica, oltre a Master e corsi di perfezionamento in Bioetica. Docente di un Master pluriennale all’UniTo, era molto attivo anche in iniziative legate al mondo familiare e collaborava da anni con il Centro internazionale “Famiglie Nuove” del Movimento dei Focolari, dove si recava frequentemente a Roma per portare avanti la sua attività. Grande appassionato di sport, amava le escursioni in montagna e lo scialpinismo, praticando queste attività nelle valli del Cuneese. Lascia la moglie Barbara, fisiatra, i figli Stefano, Federico, Francesco, Miriam e Marco, e il fratello Gianni, ingegnere, che insieme alla famiglia gestisce l’ultracentenaria «Ceramiche Besio» di Mondovì, la più antica ceramica d’Italia, fondata nel 1848, specializzata in ceramiche artistiche.

Precipita durante la discesa: è tragedia
Nella mattinata di giovedì 3 luglio, un’escursione si è trasformata in dramma nel territorio di Valdieri, in provincia di Cuneo, nei pressi della cima Argentera, una delle vette più alte delle Alpi Marittime. Un alpinista di 55 anni, residente a Mondovì, ha perso la vita dopo una caduta di oltre 300 metri durante la discesa dalla montagna.
A lanciare l’allarme sono stati i due compagni di escursione: la figlia ventottenne della vittima e un amico, entrambi presenti al momento dell’incidente. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo sarebbe scivolato davanti ai loro occhi, in un punto particolarmente ripido e impervio. I soccorsi sono stati allertati poco dopo le 11 del mattino, e in breve tempo sul posto sono intervenuti i tecnici del Soccorso alpino e speleologico piemontese, insieme all’elisoccorso del servizio regionale di Azienda Zero Piemonte.
Recupero complesso e indagini in corso
Dopo un prolungato sorvolo della zona, il corpo dell’escursionista è stato localizzato oltre 300 metri sotto la cima. Il recupero, complicato dalla conformazione del terreno, è stato effettuato mediante manovre alpinistiche da parte dell’equipe specializzata. Un secondo elicottero ha trasportato in quota anche gli uomini del Soccorso alpino della Guardia di Finanza, incaricati delle operazioni di polizia giudiziaria.
La salma è stata quindi portata a valle e trasferita alla camera mortuaria del cimitero di Valdieri. I due accompagnatori, in evidente stato di choc, sono stati accompagnati al pronto soccorso dell’ospedale di Cuneo per accertamenti.
Le generalità complete della vittima non sono state ancora rese note, mentre le autorità stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Un evento che lascia sgomenta un’intera comunità, e che riaccende i riflettori sull’importanza della sicurezza in montagna, anche per gli escursionisti esperti.