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Cacciato a Wimbledon: notte folle per il tennista italiano. È successo di tutto

Pubblicato: 04/07/2025 20:30
cobolli wimbledon

Londra, Wimbledon – Il prestigioso torneo di Wimbledon non è solo una vetrina per le gesta atletiche dei tennisti, ma a volte si trasforma in un palcoscenico per episodi inaspettati e curiosi, che svelano il lato più umano e talvolta problematico della vita degli atleti lontano dai riflettori.

Tra la tensione agonistica e l’ambizione di sollevare il trofeo, emergono piccole e grandi sfide quotidiane, capaci di influenzare persino le prestazioni in campo. La ricerca di un alloggio confortevole, per esempio, diventa una vera e propria odissea per molti, soprattutto per chi non rientra nell’élite dei “big” del tennis mondiale. Tuttavia, questa scelta non è priva di insidie. Per molti, la permanenza dipende dall’esito di ogni singolo match: una vittoria prolunga il sogno e il contratto d’affitto, una sconfitta lo interrompe bruscamente.

Le disavventure di Flavio Cobolli

Anche per il giovane talento italiano Flavio Cobolli, reduce da due vittorie convincenti che lo hanno proiettato più avanti nel torneo, l’inizio della sua avventura londinese è stato tutt’altro che sereno. Nonostante le sue performance in campo siano state impeccabili, la sua esperienza fuori dal campo è stata costellata da una serie di disagi legati alla sistemazione. L’atleta romano si è trovato ad affrontare, suo malgrado, una situazione abitativa a dir poco spiacevole, che ha aggiunto un’ulteriore variabile di stress a un contesto già di per sé molto impegnativo.

La prima, e forse più surreale, lamentela di Cobolli riguardava l’assenza di aria condizionata. Un dettaglio apparentemente minore, ma che in notti afose può trasformarsi in un vero e proprio incubo per un atleta che necessita di riposo ottimale. Dopo l’incontro del primo turno, il tennista ha condiviso con i media le sue peripezie notturne, descrivendole con un linguaggio colorito e schietto. “Ho preso una sòla”, ha dichiarato, un’espressione gergale che riassume perfettamente la sua delusione. Ha raccontato di essersi svegliato a mezzanotte a causa del caldo insopportabile, costringendolo a rifugiarsi sul divano di pelle per cercare un po’ di sollievo. Ma neanche il divano era una soluzione duratura: ogni venti minuti era costretto a cambiare posizione. La situazione era talmente estrema che, con un tocco di autoironia, ha ammesso di essersi persino “rinfrescato un po’ davanti al frigo”, aprendolo per cercare un attimo di frescura.

Lo sfratto inatteso

La vicenda, già di per sé rocambolesca, ha preso una piega ancor più inattesa. Nonostante le difficoltà, Cobolli e il suo staff non avevano espresso lamentele formali alla proprietaria. Tuttavia, dopo pochi giorni, la signora ha deciso di non rinnovare il contratto d’affitto, sfrattando di fatto il tennista nel bel mezzo del torneo. Una decisione che ha lasciato Cobolli e il suo team in una situazione difficile e inaspettata: costretti a cercare una nuova sistemazione mentre la competizione era in pieno svolgimento.

“La signora non ha rinnovato e sono costretto a cambiare casa a metà torneo”, ha raccontato il tennista, esprimendo la sua frustrazione per la situazione. Ha sottolineato che, nonostante il disagio per il caldo, non avevano mai protestato ufficialmente. L’unica opzione rimasta, se non fosse stata trovata una soluzione rapida, sarebbe stata l’albergo, “l’ultima spiaggia”, per usare le sue parole. Questo imprevisto ha comportato anche ulteriori disagi logistici, come un lungo viaggio per raggiungere Chelsea alla ricerca di un alloggio alternativo, impiegando “più di un’ora”.

Una prassi comune nel circuito

Nonostante possa sembrare una vicenda singolare, il caso di Cobolli non è affatto isolato. Durante Wimbledon, la prassi di stipulare accordi di affitto a breve termine, rinnovabili giorno per giorno in base all’avanzamento nel torneo, è piuttosto diffusa. Se i tennisti di punta possono permettersi soggiorni più stabili e lussuosi, per la maggior parte degli altri giocatori, il contratto d’affitto è intrinsecamente legato al loro successo in campo. Questa flessibilità, se da un lato offre ai proprietari la possibilità di gestire al meglio le loro proprietà, dall’altro mette i giocatori in una condizione di costante incertezza, aggiungendo un elemento di instabilità alla loro già frenetica routine. La storia dell’argentina Sierra, una lucky loser che ha cambiato casa ben tre volte nel corso del torneo e che ora si trova agli ottavi, testimonia quanto queste peripezie abitative siano una parte integrante e spesso invisibile della vita dei tennisti durante i Grand Slam. Nonostante gli ostacoli fuori dal campo, Cobolli sta dimostrando sul campo la sua resilienza, trasformando forse le difficoltà in una motivazione in più per andare avanti in un tabellone che si presenta come una grande opportunità.

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