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“C’è stato un grave errore”. Garlasco, clamoroso colpo di scena: la notizia proprio ora

Pubblicato: 04/07/2025 19:17

Il delitto di Garlasco ha tenuto col fiato sospeso tutta l’Italia per quasi due decenni. Siamo nel 2007, 13 agosto, quando Chiara Poggi, una giovane di 26 anni, viene trovata morta nella sua villetta di famiglia a Garlasco, un tranquillo borgo nella provincia di Pavia. Il suo corpo giaceva in un lago di sangue ai piedi delle scale della cantina, con chiari segni di violenza alla testa. A trovare il corpo fu Alberto Stasi, il fidanzato dell’epoca, che finì subito sotto i riflettori delle indagini.

Nonostante le molteplici prove raccolte, l’inchiesta si è spesso trovata in un limbo di incertezze. Stasi fu inizialmente assolto, ma poi, nel 2015, venne condannato a 16 anni di carcere dopo un nuovo processo. Questa condanna non ha mai convinto tutti, alimentando dibattiti per via delle lacune investigative e dei molti dettagli ancora irrisolti.

Un nuovo capitolo: la “traccia 33”

È proprio in mezzo a queste incertezze che prende vita una nuova inchiesta della Procura di Pavia, focalizzata sulla “traccia 33“. Questa impronta, rilevata vicino al luogo del ritrovamento del corpo di Chiara, era stata inizialmente scartata dai Ris di Parma. Oggi, però, viene collegata a Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara e ora nuovo indagato. La validità di questo collegamento è fortemente contestata.

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Le parole di Garofano e le controversie

Secondo la Procura, la “traccia 33” rappresenta un elemento cruciale. Tuttavia, Luciano Garofano, ex comandante dei Ris, e i consulenti di Sempio contestano questa tesi: “15 minuzie non sono riscontrabili“, afferma Garofano, aggiungendo che le poche rilevate non possono appartenere a Sempio a causa di un errore di orientamento dell’impronta. Viene inoltre messa in dubbio la validità dell’analisi, attribuendo le corrispondenze a interferenze del muro o errori del software.

La difesa di Sempio e le sfide future

La difesa di Sempio, guidata dall’avvocata Angela Taccia, solleva ulteriori dubbi: “La traccia 33 presenta interferenze murarie”, sostiene, “e un’analisi corretta dimostrerebbe la mancanza di tracce riconducibili a Sempio”. Con i reperti congelati pronti per essere riesaminati, l’attenzione è massima, poiché il destino giudiziario di Sempio potrebbe dipendere da questa nuova fase dell’indagine, in un caso che, a distanza di anni, continua a dividere e appassionare il pubblico.

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Ultimo Aggiornamento: 04/07/2025 19:18

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