
Una lunga notte di esplosioni ha scosso Kiev, con almeno tredici quartieri colpiti, edifici in fiamme e una nube nera visibile in diversi punti della città. È durato oltre sette ore l’attacco lanciato da Mosca, solo poche ore dopo il colloquio telefonico tra Donald Trump e Vladimir Putin. Secondo le autorità locali, tre ondate successive di ordigni russi si sono abbattute sulla capitale: prima un massiccio sciame di droni Shahed/Geran, poi due salve di missili balistici.
Almeno 14 persone sono rimaste ferite, 12 delle quali sono state ricoverate in ospedale. La città è stata colpita nel cuore della notte, con i primi segnali d’allarme diffusi dall’aeronautica militare intorno alle 2:30 ora locale. I residenti sono stati invitati a non aprire le finestre, a causa dell’alta concentrazione di prodotti di combustione nell’aria, come ha dichiarato Tymur Tkachenko, capo dell’amministrazione militare di Kiev.
Devastazioni anche nelle infrastrutture
Oltre agli edifici civili, sono state danneggiate anche infrastrutture strategiche, tra cui le linee ferroviarie. La compagnia nazionale ucraina ha annunciato l’interruzione e la deviazione del traffico nella parte occidentale della città, dove si sono registrati gravi danni alla rete di trasporto. Tra le aree colpite anche quella vicina all’aeroporto internazionale, dove sarebbe schierata una delle batterie contraeree Patriot.
Le esplosioni non si sono limitate alla capitale: Dnipro e Poltava hanno segnalato ulteriori bombardamenti. Il bilancio provvisorio potrebbe aggravarsi con l’avanzare delle ore, mentre le autorità lavorano per spegnere gli incendi e verificare i danni. Intanto, l’intensità dell’offensiva russa rilancia il tema della sicurezza aerea e della necessità di ulteriori difese per la capitale.
Un attacco politico?
L’attacco arriva in un momento delicato. Il presidente Trump, dopo il suo colloquio con Putin, aveva dichiarato: “Non ho fatto nessun progresso sull’Ucraina”, lasciando trapelare un certo scetticismo sulla possibilità di negoziati imminenti. La coincidenza temporale tra la telefonata e l’attacco alimenta le tensioni e solleva interrogativi su un possibile messaggio politico da parte del Cremlino.
Al momento, non sono arrivate reazioni ufficiali dalla Casa Bianca. Kiev, invece, ribadisce il proprio appello all’Occidente per rafforzare i sistemi di difesa aerea, sottolineando che la capitale “non può più essere lasciata esposta”. Secondo quanto riferito da Kyiv Independent, l’attacco di stanotte è uno dei più intensi dall’inizio dell’anno.