
È stato convalidato il fermo e disposta la misura degli arresti domiciliari per Hamza Mahrani, il 29enne marocchino accusato di omicidio volontario per la morte del connazionale Hamid Essahli, 36 anni, travolto da un trattore dopo una lite sul lavoro. Lo ha stabilito la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avezzano, Daria Lombardi, che ha ritenuto i domiciliari una misura “più congrua” rispetto al quadro indiziario.
Il fatto è avvenuto nei giorni scorsi nelle campagne del Fucino, in località Trasacco, in provincia de L’Aquila, durante un turno di lavoro agricolo. Secondo le prime ricostruzioni, tra i due braccianti – entrambi impegnati per conto della stessa azienda – sarebbe scoppiato un violento litigio, degenerato poi in uno scontro fisico. A dividere i due contendenti erano intervenuti altri operai presenti sul posto.

Tuttavia, la tensione non si era del tutto esaurita. Dopo l’alterco, Mahrani era salito a bordo di un trattore, apparentemente per rientrare nei terreni dell’azienda agricola. Ma, secondo l’accusa, l’uomo avrebbe volontariamente diretto il mezzo contro il 36enne, investendolo e provocandone la morte sul colpo. Un gesto che ha trasformato la lite in una tragedia.
Sul luogo dell’incidente sono subito arrivati i sanitari del 118, ma ogni tentativo di rianimazione si è rivelato inutile. Hamid Essahli è morto sul posto. Anche Mahrani è stato soccorso e trasportato all’ospedale di Avezzano con ferite lievi, per poi essere fermato dai carabinieri con l’accusa di omicidio volontario.
L’intera area del campo agricolo dove si è consumato l’episodio è stata posta sotto sequestro insieme al trattore, su disposizione della procura della Repubblica di Avezzano. Gli investigatori stanno raccogliendo testimonianze e analizzando le immagini dei telefoni cellulari dei lavoratori, alcuni dei quali avrebbero filmato la scena.

Nel frattempo, la magistratura ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima, finalizzata a chiarire con precisione le cause del decesso e l’entità delle lesioni riportate. La salma è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, dove verranno eseguiti gli esami medico-legali.
Secondo gli inquirenti, nonostante la dinamica sembri confermare un gesto deliberato, restano ancora da chiarire alcuni elementi chiave, come la premeditazione e la piena intenzionalità. La decisione del gip di applicare i domiciliari è stata accolta con cautela dalla famiglia della vittima e dalle comunità locali di braccianti stranieri della zona.
La vicenda ha riportato l’attenzione sulla condizione dei lavoratori agricoli stranieri nel Fucino, una delle aree a più alta concentrazione di manodopera extracomunitaria in Abruzzo. Le autorità locali hanno annunciato l’avvio di una serie di controlli nelle aziende agricole per monitorare condizioni di lavoro e gestione dei rapporti tra operai, in un contesto segnato da sfruttamento, tensione sociale e assenza di tutele.