Il gelo è arrivato in diretta. Con poche parole, ma pesanti. Giorgia Meloni, imbeccata da Bruno Vespa, ha voltato pagina sul ius scholae lasciando di sasso gli alleati: “La cittadinanza non è tra le priorità del programma”, ha detto, con fermezza. E poi ha aggiunto: “Sarebbe utile per tutti concentrarsi su ciò che abbiamo promesso agli italiani”. Un messaggio diretto, inequivocabile. Soprattutto rivolto a Forza Italia.
Forza Italia cerca spazio, ma la premier blocca il dialogo
Da giorni, Antonio Tajani e altri esponenti forzisti hanno riaperto il fronte dei diritti civili, convinti che ci sia margine per calendarizzare lo ius scholae già entro l’estate. Ma l’uscita della premier ha segnato una linea rossa. Nessun margine. Nessun compromesso. Nessuna apertura.
“Unità sì, ma sulle cose condivise”
Meloni ha rivendicato con fierezza l’unità della maggioranza, ma ha chiarito che non tutto è sul tavolo. Il patto con gli elettori viene prima. E su quel patto, ha lasciato intendere, nessuno può permettersi fughe in avanti. Il tema della cittadinanza ai figli di stranieri che hanno completato un ciclo scolastico in Italia, insomma, non sarà discusso. E, per quanto lo desideri Forza Italia, non ci sarà nessun voto in Aula.
Una sconfessione in pubblico
Non è la prima divergenza nella coalizione, ma è tra le più nette. Meloni ha scelto il palcoscenico nazionale per smentire apertamente le ambizioni del suo alleato, relegando lo ius scholae al rango di “varia ed eventuale”, un argomento accessorio in tempi di priorità economiche, sicurezza e lavoro. Il tono non era solo politico: era strategico. Il segnale è chiaro. Chi vuole forzare la mano sui diritti civili troverà la porta chiusa.
