
Era un pomeriggio come tanti. Le panchine occupate da ragazzini che chiacchieravano svogliati, qualche risata, lo sferragliare lontano di un motorino, e quel sole d’inizio estate che allunga le ombre senza fretta. Nessuno avrebbe mai immaginato che, nel giro di pochi minuti, la quiete si sarebbe trasformata in terrore. Due adolescenti, un ragazzo e una ragazza, discutono animatamente. Le parole si fanno più dure, i gesti più nervosi. Poi un urlo squarcia l’aria, uno di quelli che non si dimenticano. C’è del sangue. E c’è un corpo che crolla a terra, tra gli occhi attoniti dei passanti.
La gente accorre, qualcuno chiama i soccorsi, altri si fanno indietro, spaventati. Sul selciato resta un coltello. La ragazza, impietrita, stringe ancora l’impugnatura. Lui, il ragazzo, rantola e cerca fiato. Il sangue tinge di rosso il tessuto della maglietta. Nessuno parla, per un istante che sembra infinito. Poi le sirene spezzano il silenzio.

È successo tutto in pochi, concitati istanti, in un pomeriggio che sembrava come tanti. A Villetta Imposimato, una zona solitamente frequentata da giovani e famiglie a Maddaloni, in provincia di Caserta, il silenzio è stato rotto da grida, sangue e panico. Due adolescenti si affrontano, si urlano contro, si accusano. E poi, un coltello spunta, taglia l’aria e colpisce: un ragazzo di 17 anni crolla a terra, ferito alla schiena. Davanti a lui, una sedicenne, che ancora tiene in mano l’arma, sotto shock.
Quando sul posto arrivano gli agenti del Commissariato di Maddaloni, la scena è drammatica. Il ragazzo giace ferito, sanguinante, ma cosciente. Entrambi i giovani si accusano a vicenda, tra la confusione e la tensione che si respira tra le panchine e i passanti increduli. I poliziotti comprendono subito la gravità della situazione: chiamano un’ambulanza e iniziano a raccogliere le prime testimonianze.
Il 17enne viene portato d’urgenza all’ospedale di Caserta, dove i medici confermano una perforazione del polmone: serve un intervento chirurgico immediato. Ora è ricoverato in prognosi riservata, ma non è in pericolo di vita. Intanto, le indagini vanno avanti. Dalle prime ricostruzioni emerge un movente legato alla gelosia: vecchie tensioni tra i due, forse un’amicizia finita male, forse qualcosa di più. Sta di fatto che la ragazzina, in preda a un raptus, avrebbe estratto un coltello e colpito.
Gli investigatori della Polizia di Stato, dopo aver ricostruito con attenzione la dinamica dei fatti e ascoltato le versioni di entrambi, hanno denunciato la 16enne alla Procura dei Minori, con l’accusa di lesioni aggravate. Resta da capire ora se ci siano stati precedenti episodi di tensione o segnali sottovalutati in una storia che ha i tratti della tragedia adolescenziale.
Intanto la comunità di Maddaloni è sotto shock. I genitori, gli insegnanti, gli amici: tutti si interrogano su come sia potuto accadere un fatto così grave tra due giovanissimi. E se, ancora una volta, il confine tra la rabbia giovanile e la violenza estrema sia stato superato troppo facilmente, sotto gli occhi di una società che non riesce più a leggere il disagio che si nasconde dietro i volti ancora acerbi dei propri figli.