
Non c’era nemmeno il tempo di capire. L’acqua saliva in silenzio, poi in un istante ha cominciato a urlare. Dentro una casa mobile a ridosso del fiume Guadalupe, nel cuore del Texas devastato da una piena improvvisa, Julian Ryan ha fatto l’unica cosa che gli sembrava giusta: provare a rompere la finestra, far salire tutti sul tetto, salvarli. Ma nel farlo si è tagliato profondamente un braccio. È rimasto così, per sette ore, ad aspettare i soccorsi che non sono mai arrivati in tempo. E ha perso la vita.
Nessun allarme, nessuna evacuazione
Era l’alba di venerdì a Ingram, una delle tante comunità colpite dal disastro idrico che ha messo in ginocchio il Texas. Piogge torrenziali, violente e repentine, hanno causato inondazioni improvvise e tragiche. Il governatore Greg Abbott ha definito l’evento “imprevedibile”. Ma le famiglie delle vittime parlano di mancata prevenzione, di comunicazioni confuse e di un sistema di allerta che ha fallito.
Julian Ryan, 27 anni, era in casa con Tina Wilson, la sua compagna, e i loro figli. Vivevano in una casa mobile a circa 200 metri dal fiume, una zona a rischio, ma senza che venisse dato un chiaro avviso di evacuazione. Quando l’acqua è entrata, non c’era tempo per fuggire: “Julian pensava solo a noi”, ha raccontato Tina. “A metterci in salvo, a portarci fuori da lì”.
“Gli ho detto che avevo paura. E lui: anch’io”
Accanto alla loro abitazione, c’era quella della sorella di Julian, Connie Salas. È lei a raccontare le ultime parole del fratello, prima che il silenzio prendesse tutto: “Gli ho urlato se stava bene. Ha risposto di sì. Poi mi ha chiesto se io stavo bene. Gli ho detto che avevo paura. E lui: ‘Anch’io’. Non l’ho più sentito”.
Secondo quanto riferito da Cbs Austin, le operazioni di salvataggio nella zona hanno portato al recupero di 237 persone, di cui oltre 160 tramite elicotteri. Ma 24 persone sono morte, tra cui Julian. Le sue ferite – probabilmente causate da vetri rotti nel tentativo di uscire – lo hanno fatto morire dissanguato, bloccato da solo in casa, mentre la sua famiglia era al sicuro sul tetto.
Un sacrificio e molte domande
“Non è solo un corpo lasciato lì per sette ore”, ha detto Connie. “Era un uomo, era un padre, un fratello, un figlio. Ha dato la vita per gli altri”. La famiglia non riesce ad accettare le spiegazioni arrivate dalle autorità locali: la decisione di non lanciare evacuazioni generalizzate sarebbe stata presa – sostengono – per evitare il panico, in un’area piena di ponti bassi e strade pericolose in caso di piena.
Ma per chi ha perso un familiare, sono parole che non bastano. “Se ci avessero avvisati prima”, dice Tina, “Julian sarebbe ancora qui”.
Il volto di un eroe, simbolo di un disastro evitabile
A Ingram si parla ora di un memoriale per Julian, di una raccolta fondi per sostenere Tina e i figli, e di una petizione per chiedere un sistema di allerta più efficiente. Il nome di Julian Ryan è diventato il simbolo del coraggio e della rinuncia, di chi sceglie l’ultimo gesto d’amore possibile, anche se il mondo fuori non ha fatto abbastanza per proteggerlo.
“Era un ragazzo normale”, ripete la sorella, “ma ha fatto qualcosa di straordinario”.