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È morto Giuseppe Crippa, addio al genio silenzioso

Pubblicato: 06/07/2025 15:41
giuseppe crippa

In una tranquilla notte, tra sabato 5 e domenica 6 luglio, si è spento un gigante dell’imprenditoria italiana, un uomo la cui visione e tenacia hanno plasmato un settore cruciale per la tecnologia moderna. La sua scomparsa, all’età di 90 anni, ha lasciato un vuoto profondo non solo nella sua famiglia e nella sua azienda, ma nell’intero panorama industriale. Le sedi della sua creatura, diffuse in tre continenti, si sono fermate per un giorno, in un silenzio carico di rispetto e gratitudine per l’impronta indelebile che ha lasciato.

La sua storia è un inno alla perseveranza e all’innovazione. Partito da un piccolo comune in provincia di Lecco, ha mosso i primi passi nel mondo del lavoro in grandi realtà industriali, per poi approdare in un’azienda che sarebbe diventata un colosso dei semiconduttori. Fu in quegli anni che, con lungimiranza, venne inviato nella Silicon Valley per decifrare i segreti dei primi transistor al silicio, un’esperienza che avrebbe segnato profondamente il suo percorso. Tornato in patria, contribuì a innescare la produzione di queste tecnologie all’avanguardia anche in Europa, gettando le basi per un futuro che pochi all’epoca potevano immaginare.

È morto Giuseppe Crippa

È con profondo cordoglio e un senso di grande perdita che annunciamo la scomparsa di Giuseppe Crippa, avvenuta serenamente nella notte tra sabato 5 e domenica 6 luglio. Fondatore e presidente onorario di Technoprobe, la sua figura è stata un pilastro non solo per l’azienda da lui creata, ma per l’intero tessuto industriale italiano. Sotto la sua guida visionaria e la sua instancabile dedizione, Technoprobe è cresciuta da umili inizi a un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale nel settore altamente competitivo dei semiconduttori. La sua scomparsa, all’età di 90 anni, chiude un capitolo straordinario di innovazione, etica e successo imprenditoriale.

Un’idea nata dal garage

Fu nel 1993, alle soglie della pensione, che l’imprenditore, animato da uno spirito indomito, decise di intraprendere una nuova avventura. Insieme al figlio Cristiano e alla moglie Mariarosa Lavelli, scelse di sperimentare la produzione artigianale di probe card, strumenti allora essenziali per il test dei microchip. Questa decisione, apparentemente controcorrente per un uomo che avrebbe potuto godersi il meritato riposo, rivelò la sua instancabile sete di innovazione e la sua fiducia nel potenziale inespresso. In un gesto che ricorda le più celebri startup californiane, i primi test furono condotti nel garage e nella soffitta di casa, un ambiente spartano che contrastava con le grandi fabbriche che aveva frequentato per decenni.

Eppure, proprio in quegli spazi domestici, si gettarono le fondamenta di un’impresa destinata a ben altro. La dedizione e la precisione artigianale impiegate in quei primi esperimenti posero le basi per la qualità che avrebbe contraddistinto la futura azienda. Solo due anni dopo, da quella visione e da quel lavoro pionieristico, nacque Technoprobe, un nome che presto sarebbe diventato sinonimo di eccellenza nel settore. L’azienda si affermò rapidamente come pioniera, distinguendosi non solo per l’innovazione tecnologica, ma anche per la capacità di anticipare le esigenze di un mercato in continua evoluzione, diventando un punto di riferimento per l’intera industria.

Dalla Brianza al mondo

Quella che era cominciata come una scommessa familiare si è trasformata in un’eccellenza globale. Oggi, Technoprobe conta oltre 2.700 dipendenti e ben 23 sedi distribuite in 10 Paesi, testimonianza di una crescita esponenziale e di una visione che ha saputo superare i confini nazionali. L’azienda ha depositato circa 600 brevetti, un numero che sottolinea l’impegno costante nella ricerca e nello sviluppo. Tra i suoi clienti figurano colossi del calibro di Apple, Samsung e Intel, a riprova della leadership tecnologica raggiunta. Questo straordinario successo imprenditoriale ha permesso al fondatore e alla sua famiglia di entrare nel ristrettissimo club dei “paperoni d’Italia”, con un patrimonio stimato da Forbes nel 2024 in 3,1 miliardi di euro.

L’imprenditore con il cuore

Al di là dei numeri e dei successi economici, l’imprenditore si è sempre distinto per una profonda etica sociale. Durante la pandemia da Covid-19, Technoprobe trasformò i suoi capannoni produttivi in hub vaccinali, somministrando ben 160mila dosi grazie al personale retribuito direttamente dall’azienda. Un gesto di generosità che lui stesso spiegò con parole semplici ma potenti: «I soldi servono anche a questo. Crescere per fare qualcosa per gli altri». Insieme alla moglie, ha dato vita alla Fondazione Mariarosa e Giuseppe Crippa, un’organizzazione che finanzia e promuove iniziative cruciali nei campi dell’educazione, dell’inclusione sociale e della sanità, con un focus particolare sulla sua amata Brianza.

La notizia della sua scomparsa ha suscitato un’onda di commozione e cordoglio in tutto il Paese. Tra i primi a esprimere il proprio dolore, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha affidato a un post su X parole significative: «Ci ha lasciato Giuseppe Crippa, imprenditore visionario e geniale. Una grande perdita per tutti noi. Esprimo le mie condoglianze alla sua famiglia». La sua vita è stata un esempio di come l’innovazione, la determinazione e un forte senso di responsabilità sociale possano confluire per creare un’eredità duratura e di grande impatto. La sua visione continuerà a vivere attraverso l’azienda che ha fondato e le innumerevoli vite che ha toccato con la sua generosità.

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