
Era partito in moto lungo il Transfăgărășan, la strada panoramica che taglia i Carpazi, per scattare qualche foto. Si è fermato a osservare un’orsa con i suoi cuccioli, ha preso il cellulare, si è avvicinato troppo. Pochi minuti dopo, l’animale lo ha trascinato via e ucciso. È finita così la vita di un uomo italiano, in un attimo di incoscienza e bellezza selvaggia.
Poche ore più tardi, le autorità locali hanno abbattuto l’orsa. E quello che è successo dopo ha dell’incredibile: i tre cuccioli, rimasti orfani, sono stati lasciati a loro stessi. Nessuno li ha salvati. E nessuno, oggi, sa dove siano.

Tre cuccioli soli sul bordo della strada
Per giorni sono stati avvistati nei pressi della curva in cui era stata uccisa la madre. Erano lì, impietriti, a guardare i turisti che passavano, a rovistare nei rifiuti in cerca di cibo. Non si muovevano. Aspettavano qualcosa. O qualcuno.
Poi sono scomparsi. Nessuno sa se siano scesi verso valle, se si siano rifugiati tra gli alberi o se siano finiti in mano a bracconieri. I volontari che volevano intervenire non hanno potuto. Perché mancava un’autorizzazione. E il tempo è passato.
Bloccati da un timbro
Per salvare tre piccoli orsi non bastano l’urgenza, la competenza o la disponibilità. Serve una firma. Un’ordinanza. Un passaggio amministrativo. E mentre gli uffici si rimpallano la responsabilità, i cuccioli sono rimasti da soli. Orfani. Invisibili. Nel bosco.
È il volto più crudele della burocrazia: quello che finge di tutelare ma non protegge nessuno. L’operazione per spostarli in un rifugio attrezzato era pronta. Ma l’autorizzazione non è mai arrivata.

Il silenzio dopo la tragedia
Della morte dell’uomo hanno parlato tutti. Delle immagini sul suo cellulare, dell’errore fatale, della reazione dell’orsa. Ma di quello che è successo dopo, nessuno vuole parlare. Forse perché è più scomodo. Più difficile da spiegare. Più simile a un’ombra che a un fatto.
La verità è che nessuno li sta cercando davvero. I piccoli orsi si sono persi tra i tornanti, lontani dal clamore. In un angolo del mondo dove la legge tace, e dove anche la compassione sembra essersi spenta.
Un epilogo che non è un epilogo
La legge vieta l’abbattimento di una madre orsa con cuccioli. Ma è accaduto lo stesso. Ora quei cuccioli non hanno più una madre, né uno Stato. Solo l’inerzia. Solo la solitudine. E forse presto anche l’oblio.
Eppure basterebbe così poco: una decisione. Un gesto. Una responsabilità assunta. Ma nessuno lo ha fatto. E se non lo farà nessuno in fretta, questa storia finirà come è cominciata: con la morte, nel silenzio del bosco.